Si parla spesso di società multietnica ma poco di multiculturalità nel campo dell’economia. A sondare l’argomento tra gli operatori economici ci ha pensato un sondaggio effettuato da Openjobmetis, l’agenzia per il lavoro con sede a Gallarate.
“La multiculturalità in ambito lavorativo è un valore aggiunto o un ostacolo per l’azienda?” Questa la domanda rivolta dall’agenzia attraverso il proprio sito web a circa un migliaio di addetti, tra lavoratori, studenti, manager, imprenditori e professionisti.
I risultati parlano chiaro; il 67% ritiene che la multiculturalità rappresenti un valore aggiunto per l’economia, mentre soltanto il 18% la ritiene un ostacolo e un 15% non dà un giudizio di merito, ma ritiene comunque che la sia ormai un processo inevitabile.
Il sondaggio ideato da Openjobmetis aveva respiro nazionale, ma circa una quarto delle risposte pervenute arrivano dalla provincia di Varese.
Sono più gli uomini (52%) a essersi dimostrati interessati a ragionare sul tema, mentre utilizzando il parametro del titolo di studio, sono i laureati (42%) la categoria maggiormente sensibile al tema della multiculturalità in ambito lavorativo. Nella nostra provincia la maggiore sensibilità all’argomento arriva dalla fascia d’età compresa tra i 26 ed i 30 anni con il 31%, seguita dalla fascia tra i 18 ed i 25 anni con il 19% e da quella tra i 31 ed 35 anni con il 17%.
Con il salire dell’età degli addetti, la questione della multiculturalità sul lavoro cala d’interesse. Interessante la percentuale del 33% dei partecipanti al sondaggio che si potrebbero definire gli ultras della multiculturalità, la quale non solo viene vista positivamente ma è addirittura ritenuta un valore irrinunciabile per l’economia.
«I risultati del nostro studio – afferma , amministratore delegato di Openjobmetis – ci offrono una visuale interessante e per molti aspetti rassicurante; la direzione dell’integrazione tra persone di cultura e provenienza differente è un processo in atto che solo un approccio costruttivo potrà volgere in positivo». In Italia e anche in provincia di Varese sono in aumento sia gli studenti provenienti da Paesi connessi con il nostro sviluppo, ad esempio da Oriente e anche manager stranieri da lungo operanti nel nostro Paese o di cosiddetta “seconda generazione”.
«Questi ultimi – osserva Rasizza – sono dei candidati di indubbia validità per affrontare, all’interno delle imprese, i processi di internazionalizzazione». Dal sondaggio emerge che un 19% degli intervistati è convinto che la multiculturalità possa rappresentare uno stimolo al miglioramento delle persone e alla redditività aziendale, mentre un 15% pensa che le diversità contribuiscano a promuovere un clima aziendale più sereno e stimolante.
La diffidenza tra i votanti è confinata al 16% di coloro che ritengono la multiculturalità un ostacolo al rafforzamento dell’identità nazionale, mentre un 2% la ritiene fonte di conflitti e tensioni tra colleghi.
Openjobmetis sta modificando la sua strategia. «Abbiamo allo studio un rafforzamento che mira alla ricerca, alla selezione e alla valorizzazione di talenti multiculturali allo scopo di aumentare la competitività delle aziende sia sui mercati interni che su quelli internazionali, per completare le competenze e la capacità attuativa delle imprese che intendono avviare o consolidare circuiti di business internazionali».
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