Quartetto Archimede a Varese Per un doppio capolavoro

Due capolavori quelli che il pubblico della Stagione concertistica dell’Insubria potrà apprezzare, oggi venerdì 21 marzo alle 18 nell’Aula Magna dell’Università in via Ravasi, nell’esecuzione del Quartetto Archimede con il clarinettista Darko Brlek.

Opere distanti tra loro un secolo, ma accomunate da una straordinaria freschezza compositiva e da un susseguirsi inesausto di temi e melodie. Si incomincerà con il Quartetto per archi in fa maggiore op. 96 n. 12 “Americano” che Antonin Dvořák scrisse nel 1893 nella cittadina di Spilville, mentre si trovava negli Stati Uniti a dirigere il National Conservatory di New York.

Il Quartetto «è detto “Americano” anche perché contiene accenti e richiami tematici del folclore statunitense, al pari della Sinfonia “dal Nuovo Mondo”», annota nel programma di sala il direttore artistico della manifestazione, Corrado Greco.

Il Quartetto Archimede, nato nel 1999, vanta un ampio repertorio che spazia da Haydn fino a Webern con qualche puntata tra i contemporanei e collabora con musicisti di fama, quali per esempio il violoncellista Rocco Filippini, il pianista Bruno Canino e il flautista Maxence Larrieu. Ospite delle più importanti rassegne musicali europee, ha inciso tra l’altro, con Filippini, il Quintetto D. 956 di Franz Schubert.

Nella seconda parte del concerto varesino, entrerà in scena il clarinettista Darko Brlek, impegnato con gli archi nel Quintetto KV 581 in la maggiore di Mozart, tra i vertici della produzione cameristica del salisburghese, e terminato a Vienna nel 1789 in un periodo segnato da gravi difficoltà economiche.

Niente di questa tristezza e disperazione si avverte però nella straordinaria composizione, che lo stesso Mozart chiamò “Stadler-Quintett”, perché dedicata all’abilissimo clarinettista Anton Stadler.

Darko Brlek, che ha studiato a Lubiana e Graz, ha suonato come solista con orchestre europee e vanta al suo attivo numerose incisioni radiofoniche e discografiche.

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