Sotto il precoce sole di una calda giornata primaverile, Varese ha avuto il suo carnevale. Tantissima gente festante di tutte le età e altrettanti carri di ogni genere hanno partecipato alla tradizionale sfilata. Scuole, associazioni e semplici gruppi di amici si sono messi in gioco presentando una grande varietà di carri dedicati ai temi più disparati.
Come da tradizione ha aperto la sfilata un coreografico e variopinto gruppo di ballerine brasiliane, seguito a ruota dal carro della famiglia Bosina che ha ospitato anche il sindaco Davide Galimberti. Da ogni parte della provincia e non solo, tantissimi appassionati, adulti e piccini, hanno animato la manifestazione che si è tenuta nel pomeriggio per il centro della città, sfilando con i loro carri.
Dai Vichinghi agli astronauti, passando per il Medioevo e la pasticceria, non è certo mancata la fantasia, ma soprattutto la voglia di divertirsi. «Puntiamo a vincere – dicevano profeticamente le mamme e le maestre di Castronno, che hanno effettivamente portato a casa il primo premio come gruppo mascherato – Abbiamo lavorato per mesi e mesi alla realizzazione di questa carovana a tema Western, perché volevamo coinvolgere quante più persone possibile. Noi siamo una scuola materna e per i bambini questo è un appuntamento molto importante».
A vincere il premio come miglior carro sono stati invece I Vichinghi, un gruppo di amici che ruota intorno a “L’Ostello”: la casa del capocarro, diventata il quartier generale del carnevale. Con il loro gigantesco elmo dalle corna rotanti hanno convinto pubblico e giuria. «Siamo felicissimi di aver vinto, siamo un gruppo di amici molto unito e ce lo siamo meritati». Al secondo posto si sono classificati i membri dell’associazione “Cascine di Ispra”, i quali, ispirandosi alla canzone “La Curiera” di Davide Van Der Sfroos, hanno deciso di costruire un carro con le sembianze di uno strampalato autobus degli anni Cinquanta.
«Volevamo rappresentare l’inclusione e l’amicizia, temi cari a tutti noi delle Cascine. La nostra idea è che persone diverse, con storie diverse possano salire, viaggiare e divertirsi insieme sulla curiera». Sul terzo gradino del podio è invece salita la grande famiglia di Laveno, con un carro a tema medievale che richiama l’epica saga di Re Artù e Mago Merlino. I carri hanno iniziato a sfilare partendo da Via Sacco, davanti al comune; per poi attraversare piazza Monte Grappa e, proseguendo per Via volta e via Avegno, arrivare in corso Matteotti. La tappa finale è stata Piazza Repubblica dove si è tenuto il discorso finale del re Bosino che ha restituito le chiavi della città al Sindaco.
Ma chi è il Re Bosino? È una figura di poeta e prosatore che nasce nel ‘700; durante settimana matta del carnevale diventa il “Re” della città, assumendo il “comando” al posto del sindaco. Dal 2016 è impersonato da Antonio Borgato, membro della famiglia Bosina. Il gruppo folkloristico varesino si fa carico dagli anni Settanta di organizzare il carnevale varesino, la cui maschera tipica e riconosciuta ufficialmente è quella di Pin Girometta, creata nel 1956 dal professor Giuseppe Talamoni, ispirata alla figura di un leggendario venditore di «spilli e aghi, refe e fettucce, bottoni e lazzaféss». A dirlo, con una punta di orgoglio è Loris Baraldi che veste i panni di Pin Girometta dal 1990.
La consegna dei premi, avvenuta in una affollata piazza Repubblica tra scrosci di applausi e selfie celebrativi.
Come da tradizione il Carnevale Bosino si è concluso con l’ironico discorso del Re Bosino che ha bonariamente preso in giro l’amministrazione e ha invitato tutti a tornare il prossimo anno. Il sindaco Galimberti ha partecipato alla festa col giusto spirito e dopo essersi ripreso le chiavi di casa e, riallacciandosi a quanto era stato appena detto ha dichiarato: «In pochi anni Piazza Repubblica cambierà completamente aspetto; siamo qui per esaudire i bisogni della città; abbiamo un compito importante: fare bene le cose che i varesini ci chiedono».