«Ho imparato che il male si combatte con l’amore»

Arisa, due volte vincitrice a Sanremo, sarà a Varese questo sabato con il suo tour “Voce 2017”

Sincera, appassionata alla vita e curiosa: Arisa, una delle più belle voci italiane, arriva in città col suo bagaglio umano e musicale.

Al teatro Openjobmetis di piazza Repubblica, sabato 18 marzo alle 21, farà tappa il tour “Voce 2017”, uno spettacolo che sta superando ogni aspettativa e nel quale l’artista propone il suo repertorio di canzoni celebri. È però anche «una specie di recital», come spiega la stessa cantante. «La maggior parte delle mie canzoni parlano d’amore e ho pensato che mettendo tutti noi musicisti in condizione di partecipare allo spettacolo sarebbe stato meno noioso, più divertente, diversificato e scorrevole. Anche chi ci vede per la prima volta apprezza la buona musica, l’improvvisazione e l’armonizzazione vocale».

Arisa crede di non essere molto cambiata dalla ragazza che ha lasciato Pignola, vincendo una borsa di studio della scuola di Mogol, e che è diventata cantante, autrice, attrice, scrittrice, personaggio televisivo. Ha vinto due volte Sanremo, arrivando persino a presentarlo. Pignola e fatalista, ma anche fiduciosa verso il presente e il futuro, si racconta con semplicità e senza remore, convinta che «se ci comportiamo bene, la positività ci si appiccica addosso».

“Controvento”, “La notte”, “Guardando il cielo”, “L’amore e un’altra cosa”, “Sincerità”, “Meraviglioso amore mio”: sono tante. Devo dire che comincio ad avere un po’ di successi in repertorio. Mi fa strano dire queste parole.


Non pensavo l’avrei mai fatto. Qualche giorno fa ero dal mio parrucchiere e a un certo punto è partita “La notte” versione samba. Ho chiesto se fosse uno scherzo, e lui mi ha detto che sono famosa e che dovrei cantare in portoghese.


Ho provato a studiare inglese, ma trovo difficoltà a studiare una lingua a partire dalle basi, preferisco comunicare direttamente. Se dovessi rimanere incinta, come è successo alla mia amica Giusy Ferreri – le faccio un sacco di auguri – me ne andrei per i primi mesi in Inghilterra, da mia sorella, a imparare la lingua.

In quinta superiore scrissi una lettera a mio padre, dove spiegavo che non ce la facevo più ad andare a scuola, ma i toni erano disperati, da “Anna dai capelli rossi contro il mondo crudele”, che venne a controllare se ero viva. Studiare in maniera canonica non mi è mai piaciuto, anche se per assurdo studio in modo approfondito cose che mi suscitano interesse.


Tapis roulant “di forza”, ma faccio partire una commedia d’amore sul computer e non penso più che sto camminando. Dovrei avere un fisico da matti, ma lo soltanto faccio per “scofanarmi” di cibo. E poi cucino anche molto: per me è importante mangiare bene, quasi un ossessione.

Non “posto” spesso, solo se ho qualcosa di positivo da dire. Almeno attraverso i social bisognerebbe cercare di comunicare felicità, siamo troppo subissati dalla violenza nella comunicazione. A volte le cose vengono comunicate in maniera più violenta della realtà.


Per esempio che ho conosciuto due innamorati, una coppia di ottantenni vicini di casa che mi ha invitato a cena. Mi hanno detto che spesso sentono gli altri che si lamentano, ma hanno scelto di condividere le cose belle. Ho capito da loro quanto sia bello allietarle le persone. La felicita è testimonianza. Si sono conosciuti nel 1975 e lui tuttora appiccica al muro le poesie che scrive per lei. Le brutture del mondo si combattono con l’amore.

Benissimo. Sono la prima di 3 sorelle e sono andata via di casa che la più piccola aveva 9 anni. Siamo cresciute lontane. Ci sono state sempre incomprensioni, ma a Natale, appena passato, c’è stato un bellissimo chiarimento. Abbiamo iniziato l’anno con un rapporto di sorellanza più completo, con slancio e positività.

Gli esercizi sono molto importanti, come riuscire a dormire tanto. Mi curo e mi considero un’atleta. Tante delle cavolate fatte in passato non le rifarei più, perché adesso mi voglio bene.


Mi piacerebbe fare un viaggio, non so se da sola o con l’uomo che amo, in giro per il mondo in treno. Lui però è fissato col lavoro. Mi devo trovare un altro (scherza e ride, ndr). Non vedo l’ora che andiamo in pensione.


Tenersi in forma fa sì che si possa vivere la vecchiaia in modo più attivo. Bisogna rivalutarla. Se ci si tratta con intelligenza potrebbe dare grandi soddisfazioni.

Mi piacerebbe cantare la mia musica in italiano nel mondo.


Come dice Gabbani, oggi siamo tuttologi. Mi piace trovare punti in comune tra le varie religioni. Uno di questi è che siamo testimonianza. Io per prima ho bisogno che le persone che ho accanto mi parlino. Poi se è destino che non mi capiscano vado avanti senza problemi. La verità sta bene con tutto. Se mentissi e sbagliassi, invece, mi sentirei due volte male. Io sono me, così non si sbaglia mai. Fingere non fa bene. Essere accomodanti, riflessivi, maturi e modificare angolazioni del carattere va bene ma non è detto che per farlo serva essere falsi.


È sicuramente una delle dimensioni che potrebbe essermi più congeniale. Vedremo. È bello non avere il rischio calcolato. Mi piace anche quando mi fischiano, perché è bello provocare una reazione di massa. Mi fa sentire viva, mi dà motivazione per lottare.


Dipende. In questo momento sono in loop con il disco di Brunori. Mi piacciono le canzoni di testo, spesso riescono a inquadrare un periodo della vita che non riesco ad esprimere. Amo anche mandare le canzoni. Se ho un problema con qualcuno, gli mando un pezzo che mi aiuti a spiegare.


È bella. Gabbani dice che ci siamo orientalizzati, ma non trovo sia male. Bisogna prendere il bene da ogni cultura, in questo caso possiamo avvicinarci a un sapere antico, alla meditazione, allo yoga. Siamo in un momento in cui pensiamo solo a lavorare. Può farci molto bene.

Adesso devo stare tranquilla perché cerco di far crescere i capelli: “Occidentali’s Calma”.