«Questo è il campo dei bambini della Scuola calcio. Noi qui ci divertiamo, impariamo a rispettare le regole, i compagni e gli allenatori: non giochiamo mai “contro” ma “con” i bambini delle altre squadre».E ancora: «Non rovinateci il piacere del pallone, evitate i commenti e gli atteggiamenti esagerati. Non è colpa nostra se qualche genitore è dispiaciuto per non essere diventato calciatore: urlare non serve a nulla, lasciateci sognare. Divertirci è un nostro diritto, sostenerci sempre è un vostro dovere e una gioia per noi».
A scrivere questa sorta di manifesto insieme ai bambini del Varese era stato nel 2010 , ora delegato provinciale del Coni che ha subito sfoderato una nuova proposta per «educare i genitori e il pubblico al rispetto delle regole, dei calciatori, dell’arbitro». Il progetto si propone di esaminare direttamente sui campi di calcio della provincia i concetti di educazione allo sport che vengono proposti nei soliti convegni serali ai quali partecipano solo gli interessati e coloro che già condividono i valori di un Calcio educativo.
«È necessario – osserva Caccianiga – entrare direttamente “nella casa” di chi necessita iniezioni educative, l’anello debole della catena, i genitori e coloro che guardano (senza osservare) le partite». Per questo la Delegazione Provinciale Coni di Varese, in collaborazione con il Comitato Provinciale della Federazione e della Lega Nazionale Dilettanti, presieduta da , propone «un’iniziativa unica nel suo genere, certamente originale nei modi e nella tempistica». Caccianiga spiega: «Durante la fase primaverile dei vari campionati provinciali, saranno individuate cinque partite delle categorie Pulcini primo e secondo anno ed Esordienti a 9 e 11. Quindici minuti prima del calcio di inizio, i Responsabili dell’Attività di Base della Figc-Lnd Comitato di Varese, Stefano Milanta e Bruno Soverna, supportati da insegnanti e psicologi dello sport, illustreranno al pubblico le variabili, le situazioni e le dinamiche da osservare durante la partita per comprendere e capire come la vittoria non sia l’unico valore assoluto da considerare e che in campo si affrontano bambini ed adolescenti ancora in crescita e non calciatori professionisti».
È una proposta utile a stemperare gli animi sempre più bellicosi anche in categorie ove il gioco ed il divertimento dovrebbero essere il denominatore comune: «Lo Sport – conclude Caccianiga – deve essere educativo prima di tutto. Il resto è importante, ma non indispensabile».