Pedemontana ma anche Autolaghi. Riparte la crociata contro il casello

Ritocco di inizio anno solo sulla nuova autostrada ma il salasso viaggia sulla A8. Colombo (Confapi): «Danni alle imprese, troppi rincari». Nel mirino resta Gallarate

VARESE – Pedaggi autostradali, anche se l’Autolaghi è “salva” i rincari di Capodanno sono «l’ennesima beffa per imprese e pendolari». Così Confapi e Asea rilanciano la loro campagna per l’abolizione del pedaggio alla barriera di Gallarate.
«La politica locale? Ormai è svuotata di competenze e ruoli. Ma dobbiamo dire “no” alla rassegnazione generale dei cittadini» l’appello di , presidente provinciale e regionale di Confapi, l’associazione di categoria della piccola industria, che la scorsa primavera, in tandem con Asea, l’associazione degli spedizionieri della provincia di Varese, aveva dato vita ad una raccolta di firme per l’abolizione dell’indigesto “balzello” da un euro e 50 centesimi sull’autostrada A8 Milano-Varese.

Ora il fatto che, per la prima volta dopo anni, al fatidico giro di boa di Capodanno, i pedaggi sulla tratta tra il capoluogo di provincia e la metropoli non siano stati ritoccati, non esime le due associazioni dal continuare a battere il chiodo sull’abolizione del pedaggio alla barriera di Gallarate.
«Anche perché – ricorda Colombo – la beffa è arrivata dall’aumento delle tariffe di Pedemontana, ad appena due mesi dall’entrata in vigore del sistema di pedaggiamento, ma anche da altri aumenti che, anche se meno direttamente, pesano in modo notevole sulle imprese e sugli automobilisti del nostro territorio, come l’intollerabile e abnorme più 6,5% sulla Milano-Torino».
Rincari che, alla fine dei conti, «ricadono sugli operatori economici del nostro territorio, trasformandosi in costi in più e penalizzandone una volta di più la competitività. Costi tanto più inaccettabili in tempi di inflazione praticamente ferma, visto che vanno ad impattare in modo ancor più forte sulle nostre imprese».

Per il presidente di Confapi si tratta, in definitiva, della «solita manovra che con una mano riprende quello che l’altra mano aveva restituito in termini di diminuzione del carico fiscale, dagli 80 euro agli interventi sull’Irap, e di riduzione delle tariffe, come ad esempio il meno 1% sulle bollette dell’elettricità».
Ecco perché le associazioni di categoria Confapi e Asea non intendono mollare la presa della battaglia per l’abolizione del pedaggio sull’Autolaghi.
«Siamo talmente portati ad aspettarci il peggio quindi anche un mancato rincaro sembra già un risultato – ragiona Colombo – ma non dobbiamo rassegnarci all’accettazione passiva. Se vogliamo che l’economia riparta serve una scossa, e serve che la politica torni a concentrarsi sui temi che toccano da vicino le imprese e cittadini. L’ingiustificabile pedaggio delle nostre autostrade, vista la rete di collegamenti inefficienti e il peso che grava sulle imprese, è uno di questi».
Le adesioni alla raccolta firme sono già state migliaia, con tanti cittadini che hanno risposto all’appello delle associazione, mentre invece i riscontri da parte della classe politica locale sono stati piuttosto scarsi.
«È sempre più svuotata di competenze e ruoli, in un’epoca di decisioni sempre più accentrate – ammette Franco Colombo – gli interlocutori che ascoltano non mancano, quello che è deprimente è che l’ascolto non conduce ad un’azione, visto che a livello nazionale la politica ha l’ovatta nelle orecchie e la Regione è rimasto l’unico interlocutore sul territorio».
«L’unica speranza è che almeno le campagne elettorali nelle grandi città del Varesotto possa riportare un tema molto sentito, come quello del caro-pedaggi delle autostrade, al centro dell’agenda politica territoriale».