«Ho allevato il nuovo Ganna». Il mistero dei nonni varesini

Il baby campione del mondo su pista e Luison: non è solo omonimia

Filippo Ganna è già il ciclista dell’anno. Andiamo con ordine però: poco più di una settimana fa, il giovane Ganna ha vinto l’oro nell’inseguimento individuale ai Mondiali su pista di Londra, al Lee Valley Park, la pista che fu olimpica nel 2012. E’ stato il primo oro azzurro dopo 19 anni in pista: l’ultimo fu Silvio Martinello, ora commentatore su Rai Sport, nella corsa a punti di Perth 1997. Filippo è nato il 25 luglio del 1996, non una data a caso, perché è il giorno in cui Collinelli vinse l’oro olimpico ad Atlanta. Filippo porta un cognome pesante, Ganna, uno di quelli che ti lancia nell’olimpo oppure ti affossa. I nonni paterni sono di Varese, ma lui è ancora alla ricerca di un legame di parentela con il Luison, il primo vincitore del Giro d’Italia nativo di Induno Olona. Per parlare di lui, abbiamo telefonato a Marco Della Vedova, che è stato il suo direttore sportivo da juniores nella Castanese-Verbania e che ora alleva talenti alla Bustese Olonia, in provincia di Varese. E questo exploit in pista, Marco proprio non se lo aspettava: «Sinceramente no, perché ha avuto una crescita veramente esagerata e nemmeno io, che l’ho visto crescere, lo avrei mai pensato. Però ha avuto il merito di credere nella pista e nel team di Marco Villa che l’ha portato fino a questo oro. Il progetto si è rivelato vincente». Se l’oro in pista è una sorpresa, il talento invece non è mai stato un segreto per Della Vedova: «Io l’ho preso da Allievo e l’ho cresciuto

da Juniores, però l’abilità del ragazzo non è mai stata in dubbio per quanto mi riguarda. Ho in mente un aneddoto: un giorno cronometrai la sua ascesa sul Levo, una salita nelle zone di Baveno. Il tempo fu 14’58”, che difficilmente un professionista riesce a fare, mentre lui al tempo era solo un allievo. Lì ho capito di essere di fronte ad un talento clamoroso, con un motore strepitoso che difficilmente ho visto prima. Infatti so che farà una gran carriera anche su strada. Anche lì va fortissimo, ha vinto tanto da giovane, con il motore che ha può fare quello che vuole anche su strada. Ha quattro o cinque chili in più rispetto a quando era juniores, però sulle salite corte è imprendibile». Filippo correrà con la Colpack questa stagione, assieme al besnatese Edward Ravasi, ma l’anno prossimo proprio come il nostro Ravasi sarà in organico alla Lampre di Beppe Saronni. Della Vedova è sempre stato un grande scopritore di talenti, tra cui anche Eugenio Alafaci: «Eugenio è una delle mie scoperte più belle, perché ha un potenziale impressionante, quasi come quello di Ganna. Non mi piace il ruolo che ricopre in Trek, quando l’ho preso era un velocista mentre ora è un corridore più completo. E’ sprecato, deve ancora tirare fuori del tutto le sue potenzialità». Nel curriculum di Marco, c’è anche una stagione da corridore alla Mercatone Uno, al fianco del Pirata: «Un’esperienza indimenticabile, passai tanto tempo con Marco, volevo stargli vicino anche umanamente e non solo sportivamente. E’ un periodo pieno di ricordi».