Si è presentato alla Motorizzazione Civile con falsi documenti per sostenere l’esame pratico di guida al posto di un altro: denunciato per sostituzione di persona, falso e resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo finito nei guai è un cittadino pakistano di 30 anni: si sospetta sia l’ultimo anello di un’organizzazione molto ben radicata che da Bergamo si è allargata in buona parte della Lombardia.
Il trentenne, infatti, era già stato segnalato per la stessa ragione in altre province del nord. A scoprire il suo gioco un’attentissima esaminatrice: un’ingegnere alla quale non sono sfuggite le incongruenze, seppur minimali, tra i documenti presentati dal vero aspirante alla patente e il suo sostituto inviato a sostenere l’esame finale al suo posto. Dalla denuncia del trentenne i carabinieri di Varese hanno dato il via a un’indagine coordinata dal pubblico ministero varesino Annalisa Palomba.
Già nella giornata di ieri sono scattati i sequestri di parecchi documenti che si sospetta essere stati “clonati” al fine di piazzare il sostituto al volante al posto di quello che sarebbe dovuto essere l’intestatario finale della patente. Nel caso specifico all’esame avrebbe dovuto presentarsi sì un cittadino pakistano, ma di 35 anni e residente a Bergamo.
I militari stanno cercando di accertare anche perché sia stata scelta proprio la Motorizzazione Civile di Varese per tentare la sostituzione dell’esaminando. L’azione, avvenuta l’altro ieri verso mezzogiorno, è stata tra l’altro piuttosto rocambolesca. L’ingegnere si è accorta che qualcosa non andava nei documenti: c’erano nei falsi dei dettagli che l’avevano insospettita. E ha quindi dato l’allarme.
Sul posto sono arrivati i militari mentre il trentenne ha cercato di darsi alla fuga disperatamente. Inciampando e rompendosi un braccio nella caduta. Trasportato in ospedale, curato e giudicato guaribile in 30 giorni, è stato portato in caserma per l’identificazione. E lì è arrivata la conferma: i documenti presentati per avere accesso all’esame erano di un altro.
Da lì è partita la ricostruzione della filiera: il trentenne è l’ultimo anello, quello che sa guidare. Prima di lui c’è però chi clona documenti di identità e permessi di soggiorno in modo da poter fare la sostituzione, c’è chi conosce i meccanismi per poter presentare tutto alla Motorizzazione. E se il piano va a buon fine la patente viene spedita al vero intestatario che, secondo quanto ricostruito sinora dagli inquirenti, paga un conto di circa 2mila euro per il “servizio”.
Gli inquirenti sospettano anche, e sono in corso accertamenti, che anche la patente, prima di essere inviata, possa venire clonata e fornita ad altri eventuali richiedenti incapaci di sostenere l’esame. Si tratterebbe di una rete molto ampia che di certo non si ferma al solo trentenne denunciato l’altro ieri. In corso di accertamento anche il perché della necessità di mandare sostituti agli esami.