Univa furiosa: «Non vi crediamo più»

«Pochi provvedimenti sono stati negli ultimi anni così forieri di danni per il nostro territorio. Il decreto Lupi contiene tutto ciò che temevamo. Poco importa che la si chiami liberalizzazione oppure no. Ormai siamo all’assurdo».

Il presidente dell’Unione degli Industriali della provincia di Varesenon ci sta più. «Non ci sentiamo di credere più a nulla. Non crediamo alle promesse o ai piani che fanno di Malpensa un aeroporto strategico, e non potrà certamente esserlo solo con le merci. Strategico Malpensa lo diverrà solo coi fatti: con la liberalizzazione delle rotte intercontinentali e la piena libertà di accesso dei vettori internazionali. Una vera apertura al mercato».

Incalza Brugnoli: «Con questo provvedimento il Governo danneggerà la più importante infrastruttura del Nord Italia e, per di più, drenerà traffico aereo non solo a Malpensa, ma a tutto il Paese. I vantaggi per gli altri hub europei sono fin troppo evidenti. Dov’è la difesa dell’interesse generale e nazionale in questo decreto?»

Del tutto inutili sarebbero anche gli investimenti in corso: «A questo punto a cosa serve il collegamento tra il terminal 1 e il terminal 2 in costruzione? Che senso ha studiare ipotesi sull’alta velocità al servizio dell’aeroporto? Perché cercare di portare persone dove non ci sono voli? La vera questione oggi è portare aerei, rotte e slot a Malpensa. Tutto il resto è un contorno, sì necessario, ma che rischia di essere del tutto inutile in termini di rilancio»

Di ben altre rassicurazioni hanno bisogno imprese e lavoratori. «Da quando Malpensa è stata inaugurata tutti gli esecutivi che si sono succeduti, indipendentemente dal loro colore, ne hanno sottolineata l’importanza, ma senza atti concreti e sufficienti al suo effettivo sviluppo. E anche a livello locale non è stato certamente fatto quello che era necessario per ottenere i risultati sperati», evidenzia Brugnoli, che ricorda Malpensa quale principale bacino occupazionale della provincia, una delle più importanti “industrie” locali.

«Abbiamo vissuto come imprese e territorio, e ancora viviamo, una realtà fatta di tanti piccoli tasselli sui quali si è costruita un’azione di sistematico annientamento di Malpensa, di cui il decreto Lupi rappresenta solo l’ultimo atto. Un atto coerente con la politica portata avanti fino ad ora: priorità assoluta agli interessi di Alitalia, peraltro legittimi, legati a Linate, sacrificando sull’altare Malpensa e le sue legittime aspettative di crescita». Adesso basta, dice Univa: «È da 15 anni che assistiamo sempre allo stesso film. E, a quanto pare, anche questo governo non vuole fare eccezione. Se non è così il ministro Lupi ci smentisca con atti concreti, che non possono essere il semplice inserimento di Malpensa tra gli aeroporti considerati strategici dal Piano nazionale».

Ai parlamentari locali e a tutti i rappresentanti politici del Varesotto, Univa chiede «di fare almeno una volta fronte comune», indica Brugnoli.

«Che non si cominci la solita stucchevole gara su chi ha fatto di più per Malpensa. Nel dubbio la risposta la diamo noi subito: nessuno, o per lo meno non abbastanza. La cronaca parla chiaro: su Malpensa il fallimento è trasversale e coinvolge tutti. Fateci ricredere: se gli effetti del decreto saranno quelli ipotizzabili, almeno si cerchi di garantire la liberalizzazione di Malpensa, che funziona bene e costituisce ancora, nonostante tutto, una grande opportunità. Non smettiamo di crederci».

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