Varese, ma la paura è passata? Lo scopriremo soltanto stasera

A Masnago (18.15) arriva Pistoia: la pratica salvezza non è archiviata

Nell’orgia di un passato che ritorna, l’urgenza del futuro fa sentire tutta la sua importanza. E non ammette sconti. Varese-Pistoia è sì un Paolo Moretti all’incontro con una parentesi di vita indimenticabile, è sì un abbraccio mai banale con un Gek Galanda che rimane uno dei padri padroni della felicità più pura declinata al biancorosso, brillante come una Stella, ma è soprattutto una partita complicata da vivere. Fra tre giorni ci si giocherà il senso di un’intera stagione (inutile nasconderlo, visti gli annessi-connessi con le Final Four), eppure l’ipotesi di un risparmio di energie non è contemplata dal manuale d’istruzioni.

La vigilia della sfida contro la Giorgio Tesi Group (palla a due alle 18.15) non è una terra straniera: per chi ha vissuto da vicino l’annata di questa Openjobmetis, giocatori acciaccati, rotazioni corte, viaggi complicati che fiaccano le energie, coach preoccupato, urgenze di classifica e pronostici incerti sono elementi di un paesaggio quasi rassicurante per il senso d’abitudine che trasmette. Davies e Kangur verranno “obbligati” ad andare sul parquet nonostante non se la passino granché bene, Wayns ha saltato un allenamento e al gruppo manca sempre quel giocatore in più che le malefatte di mercato hanno negato strada facendo. In più, come se l’infermeria (o la sua anticamera) da porta girevole non bastasse, dopo un periodo di relativo mutismo – conseguente alle vittorie su Torino, Trento e Brindisi – la graduatoria della serie A si è rimessa a parlare: colpa di Torino e della sua voglia di non morire. I piemontesi sono a -6 punti (4 di distanza + i 2 per il vantaggio nello scontro diretto), i punti in palio sono ancora 10 e il calendario risulta ostico anche se prevede due sole trasferte (due derby: Cremona e Cantù): non ce n’è abbastanza per tornare a preoccuparsi, ma l’attenzione da prestare è doverosa.

Ricordate l’andata? Fu il giorno del gran rifiuto di Roko Ukic, malato immaginario che si tolse dall’agone e diede l’ultimo colpo di grazia all’affetto che i tifosi avevano riversato su di lui. Fu il giorno della scivolata di Wayns, sfortunato come un ciclista che cade a cento metri dal traguardo, episodio che negò a una Varese quasi sorprendente la vittoria contro la compagine più in forma del campionato. A proposito: ci credereste che la squadra quinta in classifica – domenica scorsa – è stata contestata dai suoi tifosi in un modo che, al confronto, il Palawhirlpool – scocciato per una stagione sotto le aspettative – pare una classe di educande? Qui abbiamo il “Coppa Vattene” della curva, diventato un talismano, e abbiamo avuto i fischi (meritati, meritatissimi) della gradinata a tempo debito: in Toscana l’allenatore dei miracoli Vincenzo Esposito è stato insultato pesantemente e così il capitano Ariel Filloy. Vien da sorridere: giocare non è difficile solo a Masnago…
Colpa, tornando a Pistoia, di un girone di ritorno da 7 sconfitte su 10 partite: la Openjobmetis può fare qualcosa per aggravare il bilancio? Uno che potrebbe fare qualcosa è Luca Campani, lo dice la cabala: contro Pistoia ha segnato, in cinque match, il 10% dei suoi punti in serie A, tirando con l’85,2% dal campo. Bestia nera? Varese, dal canto suo, deve come sempre aver paura solo di se stessa.