Gallarate, Gianfelice Facchetti Un libro per papà Giacinto

GALLARATE – Viaggio attorno a un padre. Di nome Giacinto Facchetti. “Se no che gente saremmo” (Longanesi) è il titolo del libro che il figlio dello storico e indimenticabile terzino dell’Inter, Gianfelice, ha scritto e presentato sabato alla libreria Biblos di piazza Libertà a Gallarate.

Un libro che non è una biografia, non un romanzo, ma un insieme di ricordi, scoperte, ricerche. Affetto. «Il libro – ci spiega Gianfelice Facchetti – arriva in un momento in cui ho avuto la possibilità di guardare indietro senza correre il rischio di forzare nulla, di riguardare anche i momenti più dolorosi senza timore di farsi male».

Gli avevano chiesto una biografia. «Ma – dice – non è una cosa che spetta un figlio. A parte che qualcuno l’aveva già fatta, e anche bene, ma una biografia richiede un distacco che un figlio non può avere».

E dunque Gianfelice Facchetti racconta proprio le scoperte e le riscoperte, in un vero e proprio «viaggio attorno a mio padre in questi anni, a cose vissute, alle sue memorie, ai ricordi, alle cose mai viste, alla ricerca di fotografie, oggetti che mi portavano indietro. E tutto questo mi ha spinto al racconto».

Che ha come sottotitolo “Giocare, resistere e altre cose imparate da mio padre Giacinto” e come titolo una frase che concludeva una promessa che il calciatore fece nel 1974 a Giovanni Arpino, quando gli assicurò che sarebbe stato lo scrittore a fare da padrino a suo figlio in arrivo. E nell’agosto di quell’anno nacque proprio Gianfelice. Una frase che colpì a tal punto che lo stesso Arpino la rese conclusione del suo romanzo “Azzurro tenebra”.

E un libro, quello di Gianfelice Facchetti, che viene introdotto da un passaggio tratto da “La tempesta” di Shakespeare, scelto da Gianfelice stesso, che tra l’altro è attore e regista e che collabora anche con diverse realtà teatrali educative, come la Casa circondariale di Monza e l’Istituto dei ciechi di Milano, oltre al lavoro con la compagnia teatrale Facchetti/De Pascalis.

Una frase che parla di un padre che diventa corallo. «Che diventa qualcosa di prezioso – conclude Facchetti -. L’ho scelta perché racchiude e condensa in poesia versi bellissimi: un’immagine di vita che si trasforma, prende nuova forma e continua. Dando l’idea di una trascendenza profonda e naturale».

Il pubblico ha affollato sabato la libreria. A presentare Gianfelice Facchetti Marta Morazzoni e la collaboratrice della Provincia di Varese Sara Magnoli

p.rossetti

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