Non paga il ticket per errore I guai giudiziari durano cinque anni

CASSANO MAGNAGO A volte una piccola svista, una firma fatta di fretta, rischia di costare veramente caro.

E’ quello che è successo a un pensionato ultrasettantenne di Cassano Magnago che ha dovuto subire un processo penale lungo sei anni prima di poter vedere riconosciuta la propria innocenza. L’uomo, Giuseppe Binati, 74 anni, soffre di cuore, ha subito diverse operazioni e nell’aprile del 2005, prenotando una visita all’ospedale di Somma Lombardo, ha compilato il modulo per l’esenzione dal ticket: 46 euro, una piccola cifra.

Una somma, però, che l’uomo avrebbe fatto meglio a pagare. Lui pensava infatti di aver diritto a quell’esenzione. Peccato, però, che non avesse fatto i conti con il reddito della moglie. Considerando solo il proprio, l’uomo rientrava all’interno dei limiti imposti dalla legge per usufruire dell’esenzione. Con il reddito della moglie, invece, li sfiorava.

«Che sarà mai – avrà pensato l’uomo quando gli è stato segnalato l’errore – Una svista a cui rimedio subito pagando il ticket e anche la sovrattassa». 76 euro al posto di 46, subito pagati dall’uomo. Il Cassanese, però, non si aspettava che nei suoi confronti sarebbe partita una denuncia penale. Un processo in cui l’uomo era accusato di aver falsificato un atto sostitutivo di notorietà.

Il suo documento, con grande fortuna, era stato infatti pescato tra i 500 che ogni mese, a campione, venivano controllati e l’illecito segnalato a chi di dovere. Ieri, nel tribunale di Gallarate, alla fine di un processo durato ben cinque anni, l’uomo è stato assolto dall’accusa perché il fatto non è previsto dalla legge come reato. Nei suoi confroni anche il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione «per mancanza dell’elemento soggettivo».

Sentito ieri in aula l’uomo ha ammesso candidamente il suo errore. «Ho avuto diversi problemi di salute ed ero in ospedale per fare una visita. Eravamo tutti in fila e mi hanno detto firmi, firmi. Non ho inteso bene la differenza tra reddito personale e reddito famigliare». Il giudice Maria Greca Zoncu ha riconosciuto come valida la linea difensiva dell’avvocato Calogero Sicari. Per l’uomo l’assoluzione è stata sicuramente la fine di una vicenda molto dolorosa. Un’esperienza che deve averlo fiaccato nell’animo ma anche nel portafoglio per il pagamento delle spese legali. Comprensibile che ora, dovendo prenotare una visita medica, l’uomo si muova con molta attenzione.

«Con la mia età ora avrei diritto all’esenzione – ha spiegato alla fine della sua deposizione in aula – ma anche se non dovrei il ticket ora lo pago lo stesso. Preferisco fare così piuttosto che rischiare altri guai».
Tiziano Scolari

s.bartolini

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