Malpensa, Marantelli all’attacco Dito puntato sui varesini nella Sea

Malpensa – «Come negare la verità espressa da Bruno Tabacci? Chi ha governato finora ha prodotto certi risultati per Malpensa: dal dehubbing alle difficoltà di rapporto con il territorio».

Daniele Marantelli deputato del Partito democratico approva le esternazioni dell’assessore al Bilancio del comune di Milano con cui condivide la presenza a Montecitorio.

«E i varesini presenti nel consiglio di amministrazione di Sea, cosa hanno fatto per sostenere le preoccupazioni dei comuni dell’intorno aeroportuale e della stessa provincia?» aggiunge l’onorevole democratico ricordando Raffaele Cattaneo assessore regionale alle Infrastrutture, Alberto Ribolla, ex presidente dell’Unione industriali della provincia di Varese e pure lo stesso presidente e ad Sea Giuseppe Bonomi, «varesinissimo». Come dire che Varese non può lamentarsi? «Ciascuno deve prendersi la propria parte di responsabilità», risponde Marantelli non dimenticando anche il collega Marco Reguzzoni, ex presidente della provincia di Varese sceso a Roma con il compito preciso di difendere Malpensa. «Diciamo che non è stato molto fortunato», punzecchia il deputato Pd. «”Ce la faremo da soli” sostenevano la Lega Nord e il governatore Formigoni quando Alitalia ha lasciato Malpensa, ma era solo vacua propaganda».

Ciononostante, Marantelli non benedice una seconda tranche di vendita di quote Sea. «E’ una società strategica. I suoi utili, in grandissima parte determinati da Malpensa, dovrebbero essere investiti in questo aeroporto e per migliorare i rapporti con le comunità locali. Il che non significa regalare i soldi a pioggia ma pensare, ad esempio, alla mitigazione ambientale o ad offerte culturali e di servizi». Non bastano però i corsi di inglese per i bambini di prima elementare o quelli di recupero messi in pista l’anno scorso per gli studenti delle scuole superiori. «Tropo poco» secondo Marantelli deciso a raccogliere le preoccupazioni dei comuni aeroportuali («Siamo una colonia di Milano?») e a rivendicare però anche di più per Malpensa. «Il trasporto aereo è un settore moltiplicatore di posti di lavoro tra attività dirette, indirette e collaterali. Non c’è altro settore con ricadute simili».

Non a caso proprio Marantelli lo scorso dicembre ha presentato una mozione alla Camera, approvata a gennaio, che impegna il governo Monti a delineare un piano nazionale del trasporto aereo. «Bisogna individuare gli scali più importanti (sono 47 gli scali commerciali in Italia ma nei primi 20 si muove il 94 per cento dei viaggiatori) e investire su quelli strategici per il Paese tra i quali c’è indubbiamente Malpensa, l’aeroporto più importante del nord». Il parlamentare varesino ricorda l’accoglimento «in toto della mozione da parte del ministro Passera» e aspetta i fatti conseguenti. «Non sono i privati a dover decidere la missione degli aeroporti italiani».
Alessandra Pedroni

p.rossetti

© riproduzione riservata