Facevano prostituire le amiche Condannati a quattro anni

VARESE Uno faceva prostituire l’amica attirata con l’inganno. L’altro, addirittura, la fidanzata. Così ha stabilito il tribunale di Varese che ha condannato a quattro anni di reclusione ciascuno due rumeni residenti nel capoluogo: Marcel Minzat, 44 anni (assistito dall’avvocato Marco Natola); e Victor Sorin Miclea, 29 anni (difeso da Gianluca Franchi).

Avrebbero costretto due compatriote a vendere il proprio corpo nella pineta di Tradate, facendosi consegnare il compenso (fra i 2 e 300 euro al giorno) e ridando indietro solo i soldi necessari per pagare i generi di prima necessità: dai vestiti al mangiare. Tutto ciò nel breve lasso di tempo compreso fra il 18 marzo e il 26 aprile 2011, periodo in cui le ragazze erano state controllate dalle forze dell’ordine tradatesi (carabinieri e polizia locale) per ben tre volte.

Miclea ha ammesso le proprie colpe. Ha spiegato di essere giunto in Italia con la fidanzata, che si prostituiva anche in Romania, con l’intenzione di cambiare vita. Ma in attesa di trovare un lavoro vero, l’avrebbe convinta a praticare ancora il vecchio mestiere.

Minzat, invece, avrebbe attirato l’altra ragazza dalla Sicilia con la promessa di un contratto serio, salvo poi metterla sulla strada. Minzat era accusato anche di violenza sessuale contro la giovane, ma è stato assolto.

Lui si è difeso dicendo di esseri limitato ad accompagnare con la propria auto Miclea e le due ragazze a Pianbosco, ma per il resto di essere del tutto estraneo ai traffici: un gesto di cortesia, insomma, visto che lui faceva la stessa strada per andare al lavoro.

Il pubblico ministero Agostino Abate tuttavia era di ben altra idea. Per questo aveva domandato una condanna a cinque anni e sei mesi per Miclea, e di sei anni e dieci mesi per Minzat.

Erano state le ragazze, dopo l’ennesimo controllo, a denunciare i due presunti protettori. Dopodichè erano state portate in una comunità protetta, dalla quale però erano ben presto fuggite. E tutt’ora sono irreperibili.

e.marletta

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