Varese, writer scatenati Un quartiere coperto di tag

VARESE L’altra mattina Bobbiate si è svegliata coperta di «tag». Sigle fucsia, dal contenuto imprecisato. Si tratta di cerchi contenenti delle lettere o dei numeri. Un «uno» seguito da una «b»? Oppure una «zeta» o un «sette»? Con questo simbolo misterioso, nella notte tra lunedì e martedì, sono state imbrattate le fermate dei pullman, le cabine dell’Enel, i muri, l’edicola di via Daverio e i garage del palazzo al civico nove di via Zonda. In totale si tratta di circa una decina di segni.

«Non sono stata in grado di decifrare il messaggio, ma è chiaro che si tratta di un atto vandalico – dice Maria Luisa Sagnotti, bobbiatese – Si tratta di lettere all’interno di un cerchio, chissà cosa vogliono dire. Saranno le iniziali dell’autore del gesto? Oppure quelle di un gruppo o di una setta? Quello che è sicuro è che si tratta di vandali. Mi indigna l’accaduto, ma mi fa anche tristezza: possibile che questi giovani, perché di giovani presumibilmente si tratta, non abbiano nessun altro passatempo? Non sarebbe più divertente fare dello sport, oppure leggere un libro?».

Altri bobbiatesi non vogliono parlare. Temono ritorsioni personali. «Ci sono troppi atti vandalici nei paraggi e non vogliamo essere presi di mira – dicono – Certo è che ogni estate capita qualche cosa di spiacevole ed è brutto che ci siano ragazzi che si divertono a rovinare le cose degli altri. Puliremo, ma con la tristezza di trovarci a vivere in una società così vuota di valori».

Altri si dicono molto demoralizzati: «viene preso di mira anche il santuario della Madonnina. È capitato che fossero abbandonati rifiuti vicino al luogo sacro. Anche le statue sono state rovinate – continua Sagnotti – C’è un cartello che invita al rispetto dicendo che si tratta di un luogo sacro. Ma non è tanto questione di sacralità, quando di civiltà. È quella che manca. Bisogna anche considerare che le bombolette spray costano, quindi si tratta di persone che hanno tanto tempo libero quanto denaro da spendere».

«Come sempre ci troviamo di fronte a persone che confondono la libertà con il poter fare quello che vogliono della cosa pubblica e privata – commenta Carlo Baroni, vicesindaco di Varese – Per me la libertà di espressione è tutt’altro. Sicuramente, da parte dell’amministrazione comunale, ci sarà un’intensificazione del controllo per evitare un incremento del fenomeno».

«La maleducazione non ha limite – dice Carlo Piatti, assessore alla polizia locale – Stiamo predisponendo un progetto per adibire alcune pattuglie al controllo del decoro della città, per prevenire scritte sui muri e danneggiamenti vari. Saranno indispensabili anche le telecamere per risalire all’identità dei vandali»

e.marletta

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