VARESE L’ex questore Marcello Cardona è tornato a Varese ieri mattina. È tornato e ha raggiunto il tribunale, principale testimone d’accusa nel processo che vede imputato un giovane ultras del Varese di minaccia a pubblico ufficiale mirata ad evitare che questi eserciti le sue funzioni. La storia inizia nel marzo 2010; Cardona, come ha dichiarato ieri mattina in aula, frequentava la palestra Campus di Varese. Quella sera fu avvicinato dall’imputato, 29 anni di Varese, già colpito da Daspo, proprio mentre stava raggiungendo l’impianto sportivo. Il ragazzo lo riconobbe immediatamente e lo avvicinò: « Mi disse “non le sembra di esagerare con questi provvedimenti?”», ha riportato il testimone. Il tifoso avrebbe quindi aggiunto poche parole e, in queste, la procura ravviserebbe la minaccia;
il giovane avrebbe aggiunto «Vediamo di darci una calmata!», e lo avrebbe aggiunto, in base a quanto raccontato in aula, con tono nervoso e concitato. L’allora questore non reputò necessario presentare denuncia formale, ma segnalò semplicemente l’accaduto alla procura che, ravvisando nel fatto un reato procedibile d’ufficio, svolse le indagini e chiese e ottenne il rinvio a giudizio dell’ultras. Cardona ieri ha anche descritto il clima dell’epoca con la tifoseria biancorossa, clima descritto con abbastanza caldo, con qualche momento di tensione. L’ex questore ha però sottolineato come le cose si siano in seguito risolte con conseguente distensione dei rapporti con la tifoseria che in molte occasioni «si comportò estremamente bene». L’11 febbraio si torna nuovamente in aula con l’esame dell’imputato e la sentenza.
s.bartolini
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