È allarme nel mondo animalista per la Festa del sacrificio di giovedì 25 e venerdì 26 ottobre, che viene celebrata dal mondo musulmano con l’uccisione di pecore e capre.
Il precetto secondo il quale il fedele maggiorenne debba
sgozzare personalmente l’animale – spiega in una nota la
Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente –
fa sì che, nonostante le norme italiane ed europee permettano
la macellazione rituale e quindi senza stordimento preventivo,
solo nei macelli specificatamente riconosciuti, possano ancora esserci, come negli anni passati, casi di uccisioni in case, garage o giardini.
Da qui l’appello alla polizia affinchè siano rafforzati vigilanza e controllo. Per le violazioni, ricorda, si rischia infatti la reclusione fino a un anno e mezzo o la multa fino a 30 mila euro.
La Federazione ricorda inoltre che sono in funzione
206 impianti autorizzati per l’uccisione rituale di bovini,
ovicaprini e avicoli (erano 104 nel 2003 con un aumento, quindi,
di quasi il 100%) di cui 193 esclusivamente per il rito
islamico, 4 solo per quello ebraico (praticamente identico a
quello mussulmano), 9 quelli che praticano entrambe i riti.
u.montin
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