VARESE Non indossa il frac perché gli sembrerebbe di essere un ragazzino che l’ha rubato al papà, ma Andrea Battistoni sul podio ha l’allure di un veterano e il gesto imperioso del direttore d’orchestra nato.
Giovedì alle 21, a villa Recalcati, Battistoni, intervistato dalla giornalista Carla Moreni, collaboratrice della Radio della Svizzera italiana, parlerà del suo libro “Non è musica per vecchi” (Rizzoli, euro 17), in cui spiega come Bach, Mozart e Beethoven siano universali, adatti a ogni età e non solo ai “parrucconi” che associamo alle loro melodie, prigionieri dei luoghi comuni.
Maestro, cosa dovrebbe spingere un giovane ad accostarsi alla classica?
«La musica lirica, da camera e sinfonica sono magiche perché senza età, valicano i confini temporali per raggiungerci con forza dirompente a distanza di tanti anni dalla loro scrittura. Il loro linguaggio mette in comune con l’ascoltatore le emozioni laceranti dei compositori, regalando un coinvolgimento ancor oggi assolutamente incomparabile».
Pensa di continuare con la scrittura?
«La scrittura è stata una grande passione negli anni dell’adolescenza, messa in ombra in seguito dalla musica. Con questo libro ho trovato il modo di conciliare due universi differenti; non escludo di scrivere ancora, si vedrà col tempo».
Ma i giovani vengono ai suoi concerti?
«Certamente! Forse sono incuriositi da un coetaneo in vesti assai poco convenzionali… poi la musica scaglia il suo incantesimo, e spesso si appassionano e tornano regolarmente in teatro, che ci sia io sul podio o meno…»
e.romano
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