VARESE Panettone benedetto, in occasione della tradizionale festa di San Biagio, a disposizione dei clienti del bar di via Monte Rosa a a Varese.
Il Santo è protettore dei cardatori, dei materassai, dei laringoiatri, dei suonatori di strumenti a fiato, degli animali e delle attività agricole. Una tradizione che ha radici storiche. Infatti, San Biagio visse tra il 3° e il 4° secolo a Sebaste in Armenia (Asia Minore). Era medico e venne nominato vescovo della sua città.
A causa della sua fede venne imprigionato dai Romani e nel periodo della sua carcerazione si dice che operò diversi miracoli. Durante il processo rifiutò di rinnegare la fede cristiana e per punizione fu straziato con pettini di ferro. Mentre veniva portato a morire guarì un bambino che stava per soffocare a causa di una lisca di pesce. Spesso in passato si attribuivano ai Santi specifiche doti di guaritori o comunque di protettori di determinati organi o determinati mestieri: Santa Lucia per gli occhi, San Biagio per la gola.
Il mal di gola era (come oggi del resto) onnipresente in inverno, e dunque si attendeva la festa di San Biagio e relativa benedizione della gola con grande apprensione. Si formavano croste in gola che venivano rimosse dal passaggio di un robusto boccone di «pan crüscón», ruote di pane giallo che, assieme a qualche (più morbido) «michén», venivan portate alla benedizione alla messa mattutina di San Biagio. A quei tempi era proibito portare dolciumi: solo pane. Ma le cose oggi sono cambiate e l’usanza è quella di far benedire i dolci. Infatti da oltre 15 anni Nadia e Marlene, proprietarie del bar di via Monte Rosa, mantengono viva la tradizione conservando a Natale un panettone da benedire il 3 febbraio.
«È grazie ai nostri anziani genitori – spiegano – se annualmente teniamo viva la tradizione: sono loro i veri custodi del nostro passato. Quando le generazioni più anziane non ci saranno più, il rischio è di smarrire queste belle tradizioni. Infatti, solo i clienti storici quando vedono il panettone a febbraio sul bancone se ne ricordano». Così, i genitori della signora Nadia il giorno precedente la ricorrenza si accertano che le titolari forniscano loro il panettone conservato da Natale. Il 3 febbraio si recano alla Santa messa a Lissago e fanno benedire i panettoni, alcuni dei quali poi finiscono nelle gole dei clienti del bar Monte Rosa. Un modo questo, in tempo di crisi economica, anche per riciclare i consueti avanzi dei festeggiamenti natalizi. V. Des.
s.bartolini
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