Il lupo nell’alto Varesotto? Gli allevatori già in allerta

Il ritrovamento della carcassa di un lupo, la settimana scorsa in località Vira , a Gambarogno, non lontano da Zenna, apre il dibattito sulla presenza di questo predatore nella zona del Luinese. Le legittime preoccupazioni degli allevatori nelle valli confinati possono avere un fondamento? , direttore provinciale di Confagricoltura, esprime cauta preoccupazione: «Abbiamo già ricevuto qualche segnale di preoccupazione da parte degli allevatori delle zone probabilmente abitate da questo predatore, assente da molti anni dal territorio. – spiega – La preoccupazione viene soprattutto da chi alleva caprini e con questi produce il formaggio; la Formaggella del Luinese è un importantissimo marchio Dop per la nostra economia locale e i capi votati alla sua produzione devono essere lasciati al pascolo brado».

Legambiente aveva letto il possibile ritorno del lupo nel Luinese come un segnale molto positivo per l’ambiente. Gli allevatori guardano la vicenda da un altro punto di vista: «È vero, il lupo non si ciba solo di animali domestici e ha molti selvatici da predare, ma la preoccupazione tra allevatori e caprai resta». Il direttore però rassicura, «C’è da aggiungere che a oggi non abbiamo ricevuto segnalazioni di bestiame predato o attaccato».

Bossi offre un’attenta analisi sul numero ridotto di lupi ritrovati, due, con l’esemplare investito a Vergiate nel novembre 2012: «È vero sono stati rinvenuti solo due esemplari, però i casi non sono validamente efficaci per dire che c’erano solo quelli o la loro presenza è ridotta». «È un animale schivo, che nei boschi sfugge alle segnalazioni visive effettuate dall’alto; i due esemplari, magari erano stai scacciati da un branco molto più numeroso».

Nei comuni limitrofi alla zona del ritrovamento di un mese fa la preoccupazione non c’è. Per , primo cittadino di Pino sul Lago Maggiore, abitato a circa dieci chilometri da Vira, non esistono allarmi: «Anch’io ho appreso la notizia e non ho avuto fino ad allora nessuna segnalazione di animali predati o allevamenti presi di mira dai lupi – dichiara il primo cittadino – Conosco i cacciatori del mio paese, gente che batte costantemente i boschi sul confine, non ne hanno mai visto uno». Stessa linea da Maccagno, con il sindaco : «La notizia è certamente di risalto, nel mio comune ho allevatori di caprini e produttori di formaggio, fino ad adesso però nessun parere preoccupato; di certo, ora che sappiamo, vigileremo».

Una visione alternativa dell’eventuale “problema lupo” viene da , fondatore dell’associazione Rifugio Animali Felici, da anni in prima linea contro la caccia e il bracconaggio con un grandissimo impegno nei confronti degli animali selvatici. «Nel caso fosse tornato il lupo da queste parti non ci sarebbe nessun problema. È vero, potrebbe uccidere qualche capo di bestiame ma non andrebbe assolutamente a minacciare l’uomo che l’ha portato quasi all’estinzione».

«In altre parti d’Italia, al centro-sud ad esempio, il lupo convive da anni con uomini e bestiame, è difeso e tutelato in parchi, contribuendo in maniera decisiva all’ecosistema naturale – prosegue Potrebbe essere una risorsa: è incentivata la caccia di selezione (partirà il primo agosto), una barbarie senza paragoni soprattutto contro i cinghiali; con la loro presenza i lupi potrebbero arginare la riproduzione altissima di questi suini e mediare a quella degli ungulati come mufloni e caprioli».

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