«Basta tragedie in acqua» Più sicurezza sul Ticino

Riesplode il dibattito sulla sicurezza dei canali della Valle del Ticino, dopo la tragica scomparsa di , 17 anni, risucchiato dalla corrente dopo che si era buttato in acqua per recuperare il nipotino di cinque anni che era scivolato. Il sindaco: «Ci attiveremo per ripristinare le misure di sicurezza. Purtroppo però c’è poco da fare contro l’inciviltà e il disinteresse».

In molti se lo stanno chiedendo, dopo la tragica fine di Manuel, annegato nel canale Villoresi e recuperato senza vita tra Vizzola Ticino e Tornavento, dove la corrente dei canali è meno violenta: si possono evitare simili tragedie? Probabilmente no, ma qualcosa per renderle meno probabili forse si può fare.

«Avevamo sollecitato noi le corde e i salvagenti a bordo dei canali. Dopo un giorno alcune attrezzature erano già state rubate» racconta il direttore del Parco del Ticino . La competenza sulla sicurezza dei canali non è in carico al Parco, che interviene solo in alcuni casi per le opere di manutenzione delle sponde.

Ma qualche anno fa l’ente che sovrintende sul territorio della valle del Fiume azzurro era riuscito a portare a compimento un’efficace opera di “moral suasion” sulle autorità idrauliche dei canali, ovvero l’Enel per il canale Industriale e il consorzio Villoresi per l’omonimo canale. «Ci eravamo attivati sul tema della sicurezza e avevamo ottenuto in particolare la realizzazione di alcune scalette sul canale Industriale – sottolinea Peja – oltre che la dotazione di corde di salvataggio e salvagenti sui sentieri che costeggiano i canali. Per una strana forma di inciviltà gratuita però, le corde che erano state messe il venerdì erano già state portate via il sabato».

Le attrezzature comunque «andrebbero ripristinate» per il sindaco Colombo, che promette di «attivarsi» per migliorare le dotazioni di sicurezza lungo i canali. «Dispiace moltissimo per la disgrazia che ha colpito questa famiglia – aggiunge Colombo – ci vorrebbe più attenzione da parte di tutti sul problema della sicurezza dei canali, che con le sponde lisce e la corrente costituiscono un pericolo non indifferente. Purtroppo, ma non è questo il caso, ci sono ancora molti che fanno il bagno nei canali, pur essendo vietato. E poi va combattuto quel brutto vizio per cui le attrezzature di sicurezza, che dovrebbero essere un patrimonio di tutti, finiscono per non essere di nessuno, preda del disinteresse e dell’incuria».

SOMMA LOMBARDO

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