La cortigianeria e l’irresponsabile classe dirigente

Domenica la Radio della Svizzera Italiana ha intervistato De Marchi, forse il compositore di musiche popolari più famoso vivente del nostro Paese. Alla fine l’intervistatore ha chiesto: «Cosa ne pensa della Italia di oggi?».

La risposta è stata come al solito tagliente: «L’Italia è malata di cortigianeria, una malattia da cui forse usciremo fra dieci anni, nonostante il berlusconismo stia cadendo a pezzi e abbia anche rischiato di trascinare nella sua caduta l’intero Paese. Ma il pericolo non è ancora passato del tutto». Che quasi metà del Parlamento italiano sia condizionato da questo male oscuro è cosa inspiegabile. Le nostre istituzioni sono molto deboli, anche perché molto deboli sono i partiti. Nonostante la grave crisi del Paese, sembra che i partiti si divertano a dividersi, tutti, dal Pdl al Pd, dal centro di Scelta Civica al Movimento Cinque Stelle.

E così mentre in Sardegna si contano i morti di un nubifragio spaventoso, il Parlamento si ferma per discutere se un ministro possa essere legittimato a fare una telefonata di carattere umanitario per una persona in carcere che rischiava la vita, ma che aveva il limite di essere amica di famiglia del ministro oltre ad essere figlia di una famiglia potente.

Emilio Vanoni

Induno Olona

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