«Racconto Mimmo E sul palco con lui ci siamo io e l’Italia»

Domenico Modugno non solo come storia da raccontare o personaggio da interpretare. Ma come figura attraverso la quale ritrovare, ripercorrere, rivivere un tempo lontano. Il tempo della propria fanciullezza e della propria adolescenza. Unendo la propria storia personale, la storia dei protagonisti della propria vita, a quella della Sicilia e dell’Italia intera.

Giuseppe Fiorello porta sul palcoscenico del teatro delle Arti di Gallarate martedì 14 e mercoledì 15 gennaio il suo “Penso che un sogno così…”, proponendolo all’interno della stagione di prosa dello storico luogo culturale gallaratese.

Scritto dall’attore stesso con Vittorio Moroni, lo spettacolo ha la regia di Giampiero Solari e le musiche eseguite dal vivo da Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma.

E nel pubblico gallaratese cresce l’attesa. Per applaudire l’attore, Gallarate è già pronta a “volare”.


L’idea nasce perché ad un certo punto mi sono reso conto che Modugno è stato molto più che un personaggio da interpretare, Mimmo mi ha regalato il sogno di poter riportare in luce momenti della mia vita che temevo stessero per sbiadirsi attraverso un pezzo della mia vita e ho constatato che il pubblico si rivede con nitidezza. Lo spettacolo però non è intimista, non ho approfittato per parlare solo di me, ho aperto il mio cuore e ho anche portato in luce un’Italia indimenticabile, tocco anche tematiche profonde del nostro Paese e lo faccio accompagnato da due artisti eccezionali, Fabrizio Palma e Daniele Bonaviri.

La sicilianità di Modugno è indiscutibile, per quanto lui fosse pugliese di nascita è stato un siciliano doc, ha saputo raccontare storie con la stessa memorabile potenza narrativa dei siciliani più illustri come Sciascia, Pirandello e altri ancora, sapeva intercettare alla perfezione le sfumature più profonde della Sicilia e i dolori più acuti: una canzone simbolo di questa sua indiscussa dote fu “Lu pisci spada”. Questo basta per dire cosa mi accomuna a Modugno.

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