Ben 5,6 milioni di euro: tanto costa quest’anno ai gallaratesi l’inciviltà di chi non paga la Tarsu e ignora le multe. Crediti ai quali l’amministrazione comunale ha deciso di rinunciare.
In realtà la somma complessiva ammonta a «più di 10 milioni di euro», spiega l’assessore alla Programmazione finanziaria. «Si tratta di crediti vecchi di anni, che risalgono fino al 2008», prosegue, «noi cominciamo con una pulitura del bilancio».
Quest’anno si dice addio a 5,6 milioni di euro, legati principalmente a due voci: 2 milioni e 407mila euro di multe non pagate e 2 milioni e 621mila euro di arretrati della tassa per i rifiuti. Possibile che si arrivi a tanto? Sì, se si pensa che le sanzioni al codice della strada possono essere comminate anche a chi è solo di passaggio.
E che la Tarsu la paga anche chi è solo domiciliato a Gallarate, senza essere residente. E magari si ferma solo per pochi anni prima di trasferirsi altrove. È complicato ritrovare queste persone e farsi pagare già se sono italiane, ancora più difficile se sono straniere.
Il bilancio consuntivo 2013, passato in giunta lunedì pomeriggio e pronto alla presentazione in commissione alle 18 di questo pomeriggio (mercoledì 2) a Palazzo Borghi, definisce quindi questi crediti inesigibili. Tecnicismo per dire che, siccome è impossibile recuperarli, si rinuncia a farlo.
Ma in questo modo non si crea un “buco” nel bilancio comunale? No, perché negli anni era stato accumulato un fondo svalutazione crediti, un “salvadanaio” nel quale la giunta ha conservato i soldi necessari per far fronte ad una situazione di questo tipo.
In questo “maialino” ci sono 4,6 milioni di euro. Il milione che manca all’appello «lo recuperiamo da un’operazione di ripulitura di altri residui di bilancio», spiega Lovazzano. In questo modo si mette una pietra sopra le multe e i bollettini Tarsu non pagati.
Il guaio è che, rinunciato a 5,6 milioni di euro, c’è una cifra analoga che dovrà essere affrontata nei prossimi anni. Visto che, come dice l’assessore, sanzioni e tributi non pagati ammontano a «più di 10 milioni di euro». Proprio per questo la giunta ha cominciato a costituire un nuovo fondo di svalutazione crediti.
E ha iniziato a versare in questo nuovo “salvadanaio” 386mila euro. Ovvero una parte degli oltre 5,4 milioni di euro che compongono l’avanzo di amministrazione 2013. Somma ingente, ma che non deve lasciare pensare a chissà quali investimenti futuri.
L’avanzo libero, quello cioè che può essere utilizzato per qualunque tipo di spesa, ammonta a 431mila euro: di questi, 57mila euro sono somme non usate nel corso dell’anno passato, mentre gli altri 383mila sono un’eredità delle annualità precedenti.
Tolti questi e i 386mila euro per la svalutazione crediti, rimangono circa 4,6 milioni di euro, tutti destinati agli investimenti.
Di questi, 529mila sono vincolati all’abbattimento delle barriere architettoniche, mentre gli altri 4 milioni e 76mila euro arrivano da progetti finanziati e bloccati dal patto di stabilità ai quali la giunta ha deciso di rinunciare.
Per utilizzarli, però, occorre che il governo riesca ad allargare le maglie del patto, altrimenti resteranno fermi nelle casse comunali.
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