Montegrino in sei episodi

Da un gruppo di studenti di Montegrino e giovani in villeggiatura arriva “Chronicon” il film a episodi per raccontare il territorio.

“I Monte Bosco Stars” tornano sulla scena a due anni dalla prima uscita con un lavoro di un anno per la regia di Samuele Bianchi, Giacomo Gambacorta e Daver Gundogdu. “Chronicon” sarà presentato nel Teatro Sociale di Montegrino questa sera alle 21 (ingresso libero).

L’opera “seconda” del gruppo fa rivivere, attraverso i dialoghi dei personaggi, storie e leggende del territorio, surreali o verosimili, rivisitate con lo spirito scanzonato e allegro che caratterizza i giovani, senza trascurare riferimenti a fiction moderne o a citazioni classiche di scrittori quali Chiara, Sereni, Leopardi, per ricordare solo i più conosciuti.

Sei episodi per raccontare Montegrino e le sue frazioni con il linguaggio dei giovani che hanno curato i testi, la sceneggiatura, l’ideazione e sono anche i protagonisti del film.

«Abbiamo scelto un titolo che evocasse i vecchi libri con le storie di paese che raccoglievano eventi reali, ma anche inventati di sana pianta e che ricordasse anche il termine matto, così come si diceva un tempo, evitando di includere il nome Montegrino in modo che fosse spendibile in un circuito di distribuzione più ampio», spiega Samuele Bianchi.

E per evitare l’effetto film-documentario della precedente esperienza, i registi hanno scelto un racconto a episodi che includesse anche la frazione di Riviera che non era stata presentata nel precedente lavoro.

Il prodotto finale prevede dunque un episodio per ogni frazione Montegrino, Bosco, Bonera, Castendallo, Sciorbagno e Riviera e due filmati che fanno da cornice: uno dedicato agli anniversari di Piero Chiara e Vittorio Sereni e l’altro parodistico, ma di cui Bianchi non vuole rivelare alcun dettaglio. «Sono storie ambientate nelle varie frazioni che potrebbero accadere veramente o fantasie mescolate in chiave moderna e ironica».

All’opera un manipolo di ragazzi dal più giovane Tommaso, di 8 anni, a più “vecchio” di 23.

«Mi è sempre piaciuto il mondo dei film, il mio paese e la letteratura e volevo unire queste mie passioni in un qualcosa che potesse trasmettere delle storie in cui tutti potessero apprendere e vedere. Devo dire che molte delle soluzioni trovate sono dovute alla preziosa collaborazione con gli altri registi e gli attori».

Samuele Bianchi studiando comunicazione visiva e multimediale all’università e spera che questa sua passione possa diventare il mestiere della vita.

«È stata una bella esperienza anche dura. Rispetto al precedente film, avevamo lavorato per tre anni, ci abbiamo impiegato solo un anno. Abbiamo cambiato i punti di vista registici e abbiamo fatto un uso della macchina da presa totalmente diverso. Il fatto di non essere legati al documentario di fatto ci ha lasciati più liberi di inventare. Abbiamo lavorato nei ritagli di tempo, perché durante il periodo scolastico impossibile trovarsi per le riprese».

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