«Il patrimonio del Varese? La gente ti fa dare di più»

«Mi ricordo quando stavo spuntando dal tunnel. Sentivo una tensione incredibile, sapevo che quella gente era lì per vivere una delle emozioni più grandi della sua vita. Poi è andata diversamente, ma quei momenti me li porterò dentro per sempre». Rolando Maran sta vivendo da spettatore i campionati di serie A e serie B. Almeno per il momento. Ma quel Varese-Sampdoria gli viene in mente ogni giorno. Come a tutto il popolo biancorosso. «L’ho detto tante volte. A Varese si respira un’aria particolare, c’è un patrimonio immenso perché il calore e l’affetto della gente porta ognuno ad andare anche oltre le proprie possibilità».

Eppure negli ultimi tempi il Varese è stato costretto alla trincea, con una salvezza acciuffata ai playout e un inizio di stagione alquanto complicato. «Ogni stagione è a sé, e l’importante è non perdersi mai d’animo e continuare a lottare. Credo che il pareggio di Brescia possa valere tantissimo per i biancorossi. È chiaro che in casa bisognerà sbagliare il meno possibile, e in trasferta un gruppo giovane ha bisogno dei suoi tempi. Comunque il Varese ha tutto quello che serve per centrare la salvezza».

L’anno scorso l’ex allenatore biancorosso era in tribuna a Cittadella nello sciagurato 5-1 subìto dal Varese. E lunedì sera ci sarà la rivincita a Masnago. «Il Cittadella è una squadra imprevedibile, ormai una veterana della cadetteria, e tra l’altro arriva da un periodo negativo quindi sarà difficilissimo incontrarlo. Per il Varese è una sfida da prendere con le molle, ma mister Bettinelli lo sa sicuramente».

Maran non ha dubbi su chi possa essere l’uomo in più di questa squadra. «Molto dipende da Neto. Lui è un giocatore che può cambiare davvero gli equilibri. Sta facendo benissimo, ed è troppo importante che il capitano continui su questi livelli».

Se il Varese soffre, anche da altre parti non si ride. «È un campionato strano e bello, come sempre del resto. Sono particolarmente stupito dalle neopromosse, Perugia ma soprattutto Frosinone, perché non ha grandi nomi eppure sta facendo cose eccezionali. Il Catania, invece, sta un po’ arrancando».

Il Catania, appunto. Anche là Maran è piuttosto rimpianto. «Non è stato un periodo molto fortunato, ma sono assolutamente convinto che la squadra ritornerà nella massima serie. Sta patendo una serie di infortuni, ma presto le cose si sistemeranno».

Stanno già saltando le panchine. Alla fine, pagano sempre gli allenatori. «In Italia si vuole tutto e subito, e la cosa più comoda e veloce è allontanare i tecnici. È una cosa triste, ma la realtà è questa».

Quanto manca il campo a Maran? «Tantissimo, l’erba sotto i piedi è una sensazione davvero fantastica per chi ama il calcio come lo amo io. Ma mi mancano anche le intere giornate a studiare, a lavorare, a pensare in toto ai miei ragazzi. Io però sono un tipo ottimista, ci sono periodi dove tutto ti gira bene e altri meno. La cosa importante è farsi sempre trovare pronti per le nuove sfide».

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