Vedi la morte e si chiama Cittadella Ma siamo, e saremo, ancora qui

Non è cambiato nulla ed è questo che non viene capito. Sotto la pioggia e nella nebbiolina della notte, «quando il Franco Ossola dà il meglio di sé perché agli avversari sembra di entrare in un’astronave scesa dal cielo» (Peo Maroso), Varese-Cittadella è magica come Varese-Atalanta, ritorno della B a Masnago 25 anni dopo l’ultima (Varese-Bologna 0-1). Non possiamo augurarci nulla di meglio, e stasera Bettinelli non varrà un’unghia in meno di

quel Sannino debuttante tra i cadetti, 5 anni fa, anzi: Betti conosce già la strada del Varese. Non è il solo a conoscerla perché i 2.700 tifosi previsti con questo tempo da lupi, saranno gli stessi 2.700 lupi che da soli fecero vincere perfino il Varese del “povero” Benny Carbone contro l’Albinoleffe in un’altra bagnata e umida sfida salvezza. E saranno gli stessi fedelissimi lupi che costruirono la scalata dai dilettanti.

Meno siamo e più siamo vicini al Varese. Perché sono soltanto in pochi (vedi i 500 presenti allo straziante 5-1 di Cittadella) a non avere dormito per l’umiliazione subita da una squadra ammutinata dalla panchina e dalla maglia (vendicatevi di non avere onorato il Varese quel giorno, voi che c’eravate e ci siete ancora). Perché sono in pochi a ricordare il 26 aprile, Reggina-Cittadella, quando Nasca di Bari concesse un rigore al 91’ al reggino Gerardi (guarda caso ex Citta, poi tornato alla casa madre tanto che stasera sarà in campo) invitato dai suoi ex e futuri compagni a sbagliarlo, e puntualmente sbagliato per l’1-0 ospite. Oppure nel 2-2 di Cittadella-Empoli (toscani sul 2-0 e poi… fermi, tanto sarebbero stati promossi in casa una settimana dopo), per non dire di Lanciano-Cittadella 0-0, con cinquemila varesini a morire sugli spalti per battere il Siena mentre in Abruzzo arrivava lo scontato punticino salva-veneti. I puri e duri del Varese non ne sarebbero stati capaci e infatti anche per questo stavano retrocedendo.

Per tutta Italia, compresa quella che conta, avremmo dovuto retrocedere noi e non loro. Noi che abbiamo visto la morte in faccia, e la morte si chiamava Cittadella. Noi che invece siamo ancora qui, più vivi che mai. A chiudere i conti.

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