Pordenone – Pro Patria: le pagelle dei Tigrotti

La Pro supera per 3-2 un avversario diretto nella lotta salvezza: in rete Guglielminotti (doppietta) e D’Errico. I voti di Giovanni Toia

Per fortuna la Pro vince, ma il portiere non arriva alla sufficienza. Da oratorio l’errore sul primo gol dei friulani, incerto in altre occasioni.

Era finito sul banco degli imputati per gli errori con Lumezzane e Bassano che avevano impedito la vittoria. Si riscatta e trova due gol su azioni da corner che tengono in vita la Pro.

Non era previsto il suo impiego, ma causa lo stiramento di Botturi entra nella mischia e dice la sua vincendo i corpo a corpo con Zubin.

Resta concentrato per tutti i 90 minuti e questo gli consente di giocare una partita pulita. Si becca sì un’ammonizione, ma è per ragione di stato e quindi è perdonato.

Un maggiore educazione del piede sinistro in fase di appoggio e di stop gli darebbe modo di essere più efficace. Comunque la grinta è risaputa, come la voglia di non mollare mai: doti che lo rendono sempre uno dei più positivi.

Monza lo mette mezzala e svolge con grande diligenza il compito, dando quantità e qualità alla squadra. Serve un assist a Giorno che vale oro: l’altro però sbaglia.

Appare un po’ troppo timido in una zona del campo in cui occorre maggior sfrontatezza. Paga un po’ la fatica, ma è un riferimento in mezzo.

Partita di contenimento e di agonismo. Poi non ne ha più: sostituito.

Solo il gol vale la piena sufficienza. Un numero di alta scuola tecnica, da ala vera, di quelle che si vedevano negli anni ’70, capaci di dribblare. Qualità rara nel calcio moderno.

Partita di sacrificio, però dal capitano ci si attendeva maggior forza nel tenere palla e nel far giocare la squadra. Ha probabilmente sofferto la forza fisica dei centrali rivali.

Punta esterna, non è il suo ruolo. Si sacrifica anche se l’area è il suo habitat naturale.

Cominciare con una vittoria e anche con un po’ di fortuna, che non fa male a nessuno. Figurarsi a un allenatore alla prima panchina da professionista. Ha coraggio nel tenere una squadra offensiva. Il risultato gli dà ragione: e allora avanti, alla conquista della salvezza.