Siamo quelli che corrono a piedi nudi sulle braci

Il commento di Stefano Affolti

La regola numero uno di chi insegue un obiettivo è: mai guardare cosa fanno gli altri. Il corollario, però, è: se gli altri steccano, vedi di approfittarne. Quello che è successo sabato: le ultime della classe hanno perso tutte, tranne l’Entella, che però aveva lo scontro diretto col Vicenza.Non è male andare a Latina sapendo che gli altri non hanno mosso una foglia, anzi, si sono fatti del male da soli in paradossali incidenti domestici: il Crotone pigliando gol alla fine con gli avversari in dieci; il Brescia – che sarà pure penalizzato – continuando la serie negativa; il Cittadella crollando sull’ultimo corner.Tutti segnali che gli altri non sono meglio di noi. Adesso, però, sta a noi dimostrare che siamo meglio degli altri. Delle pericolanti, il Varese è la squadra più attrezzata per salvarsi: perché quando stai sul fondo devi essere brutto e cattivo, non fighetto; devi avere cuore e attributi, non fantasia e sicumera; in una parola, devi avere valori che vanno oltre il fatto tecnico. Altrimenti fai la fine del Padova, caduto giù e sparito perché non aveva mai creduto di poter cadere giù, figurarsi di poter sparire.Se non avesse cuore e attributi, se non avesse questi valori forti, il Varese, con tutto quello che gli è capitato, sarebbe già alla deriva:

invece sta a galla ed è padrone del suo destino.Il Latina ha una storia opposta: se i biancorossi sapevano di andare incontro a un’annata di sofferenze, i pontini erano partiti per salire in serie A, dopo averla sfiorata nella finale playoff persa col Cesena. Mercato roboante, allenatore di grido (il nostro caro Beretta), ipotesi di grandeur: invece, se il Catania non fosse partito peggio, sarebbe il flop dell’autunno.Con questi presupposti, è chiaro che se il Varese fa il Varese – no ai fronzoli, sì alla sostanza – non torna a mani vuote. Come ha detto ieri Virgilio Maroso, due partite sbagliate non cancellano gli sforzi fatti fin qui. Di più: da due partite sbagliate può arrivare la spinta per tornare a far bene. Perché il Varese in questo campionato ha fatto vedere un’altra dote importante: la capacità di imparare dai propri errori.Siamo quelli che si sono ripresi dalle scoppole di Carpi e Vercelli, quelli che hanno rialzato la testa dopo il tris di Bologna, quelli che a metà primo tempo con l’Entella avevano un piede in Lega Pro. Eppure siamo quelli che hanno battuto Spezia, Trapani, Modena e Bari, fermato Frosinone, Lanciano e Avellino. Siamo quelli che, quando li danno per morti, resuscitano. Oggi, col Latina grandi firme, è uno di quei giorni: vero?