Il ricordo di Ravaglia tocchi i cuori di Masnago

Francesco Caielli ricorda Chicco Ravaglia nel giorno dell’anniversario della sua morte

Quella mattina in cui il Natale perse il suo significato ce la ricordiamo, ce la ricorderemo per sempre. «Oh, è morto il Chicco». Eravamo ragazzi, ubriachi di vita e mai sfiorati dalla morte. La sua tragedia è stato uno spartiacque tra il prima e il dopo, perché noi non lo sapevamo che si può davvero morire a ventitré anni.Non c’è più stata una vigilia di Natale normale, senza un pensiero per lui: accompagnato dalla rabbia che aumentava perché sentivamo che tutti si stavano via via dimenticando di lui. Tutti tranne uno, e non è che ora lo diciamo per piaggeria: perché il Poz è sempre stato uno dei pochi

a tenersi nel cuore il “suo” Chicco. Ogni volta un ricordo, ogni volta la parola giusta, ogni volta il pensiero perfetto. «E come facevi a non volergli bene? Non ho mai conosciuto nessuno che mi abbia parlato male di Chicco. Lui conquistava tutti con il suo sorriso». Questa è una frase di Pozzecco, in un’intervista uscita qualche anno fa su questo giornale: tra le più belle che ci sia mai capitato di scrivere. E nel leggere quelle parole, in mezzo alla commozione, ci viene una richiesta da fare al presidente Coppa. Per la partita con Sassari, organizzate qualcosa: uno striscione, un applauso, un ricordo. Qualcosa. Se lo merita, Chicco.