Le pagelle biancorosse

Fernando Di Cristofaro dà i voti ai biancorossi in trasferta a Pescara

– Perché ti fai del male? Perché ce l’hai con te? Il tuo destro nel secondo tempo calciato fuori, al limite dell’area, tutto solo, poteva riaprire la partita e invece l’ha chiusa. Esci dal guscio delle tue paure, tu che sai giocare a calcio, tu che sei cresciuto nel Varese ed hai la possibilità di crescere nella squadra della tua città. Nella tua squadra. Sboccia e fiorisci per noi. – Disperatamente Neto, solamente Neto. Nuota da solo là avanti e lotta corsaro contro 4 Delfini che tentano di sbranarlo – manco fossero squali – in un mare di falli e interventi al limite del regolamentare. Insegna calcio dove tutti i giocatori con il suo piedino splendido si sarebbero piegati: al limite dell’umano, quest’uomo è leggenda. – Se c’è da sacrificarsi Re Arturo c’è. Da condottiero sovrumano tira fuori elmo, spada e scudo (soprattutto scudo) e suona la carica andando a difendere, primo tra tutti, al limite dell’area. Gioca da interditore, da terzino sinistro, da ala, da mezza punta, da finalizzatore e da trequartista: aiuta dietro e

tenta di far ripartire appena può questo Varese. Dategli una corona e uno scettro, li merita. – Grida al Betti la sua voglia di stare in campo, sempre, con prestazioni del Blasi di A. Leone marino tra le onde di maremoto dei contropiedi pescaresi: ne blocca un paio e si fa superare difficilmente. Costringe i biancoazzurri a giocare solamente di rimessa. Diga. – Dopo due minuti rimane solo per l’espulsione indegna di Borghese, ma lui è come il migliore dei prestigiatori: nel momento di difficoltà della squadra sembra apparire sulle zolle del campo dove più serve. (Solo due malintesi difensivi con Bastianoni gli levano il 10). Difende ovunque, corre ovunque e nel finale di partita appare come per magia anche a centrocampo e in attacco. Houdini. – Due gol presi, non per colpe sue. Pulito su tutti gli altri interventi. Miracoloso un retropassaggio poco riuscito di Rea nel primo tempo. Sfigato. – Parte a destra e dopo pochissimo si ritrova in un ruolo inedito per quest’anno, centrale a far coppia con Rea. Gioca bene nonostante tutto. Jolly.

– Torna ad essere il nostro Omino. Corre, crossa e batte punizioni disegnate con il compasso (la sua prima punizione avrebbe meritato il gol per quanto bella). Che abbia preso una laurea in architettura? Dopo oggi siamo ancora più consapevoli che se lui non si ferma non ci fermiamo nemmeno noi. Bentornato.
– Entra ma non lascia il segno. Dopo meno di 20 minuti sembra accusare stanchezza. Giornata storta.
– Destinato a far bene, sempre. Ma oggi non è così e in campo non lo si vede. Fantasma di sé stesso.
– Entra al posto di Neto ma non riesce ad essere incisivo quanto lo è stato il brasiliano. Il suo tiro ne è la prova: prevedibile e in bocca al portiere. Sottotono.
– La partita del Pescara si può riassumere in contropiedi e traversoni dalla destra. Baroni chiede ai suoi di puntarlo, loro lo fanno e puntualmente vanno al cross indisturbati. De Vito passa la partita a rincorrere gli avversari che vanno veloci come un treno, lui timbra il biglietto ma nulla di più. Controllore.
– Alla faccia del signor Merchiori di Ferrara, che lo espelle indegnamente. Lui non interviene nemmeno su Maniero (che simula tuffandosi come un Delfino , manco l’area del Varese fosse il Mediterraneo). L’arbitro vede un fallo da ultimo uomo in area e lo caccia. Martino non reagisce nemmeno per quanto è basito: non un insulto, non uno spintone (e per un guerriero come lui non deve essere stato facile mordersi la lingua): 10 alla signorilità di Borghese e Buon Natale a tutta Pescara per questo splendido regalo.