L’ultimo Natale da prevosto «Tornerò a fare il prete»

Monsignor Donnini chiede al successore attenzione alle persone e rivolge un grazie a chi ha lavorato per la città: «C’è tanto bisogno»

«Tornerò a fare il prete»: così sintetizza il proprio futuro il prevosto di Varese, monsignor . Al successore raccomanda attenzione alle persone, alle strutture e alla disponibilità dei sacerdoti.
Nei giorni scorsi, impegnato nelle benedizioni natalizie per famiglie, negozi e istituzioni, il decano aveva preannunciato che si sarebbe trattato dell’ultima volta.
Compiuti i 75 anni lo scorso 21 maggio, infatti, ha rassegnato le dimissioni, accettando poi il prolungamento del mandato per un anno, che dovrebbe concludersi la prossima estate.

Se gli si chiede cosa direbbe al suo successore, risponde: «Bisognerà presentare la situazione perchè i problemi aperti non sono nè piccoli, nè pochi e non riguardano solo la parrocchia di San Vittore, ma tutta la comunità pastorale, la quale si accinge a fare un passo importante aggregando anche la Brunella».
Il nuovo responsabile di Basilica, Bosto, Brunella e Casbeno avrà, dunque, il compito di capire come riorganizzare il progetto fatto fin qui.
«Farò qualche proposta, ma senza prendere determinate decisioni, siccome non toccherà a me realizzarle. Non mi sembrerebbe giusto metterlo di fronte a decisioni già prese, anche se presenterò l’esperienza fatta in qualche anno».
Donnini, prevosto dal 2006 è responsabile della comunità dal 2011, passerà il testimone sottolineando quali siano le cure da mettere in atto.
«“L’emergenza” secondo me è un riferimento stabile nelle comunità. In particolare penso a Casbeno, che purtroppo, con la mancanza di don per problemi di salute, si è venuta a trovare in una situazione difficile. Don risiede lì, ma avendo quattro oratori da seguire, non può essere onnipresente. Questa è una delle necessità da “sollecitare”, perchè la gente deve capire a chi, come, dove e quando può rivolgersi». L’uso delle strutture è un altro punto da esaminare. «Il progetto va rielaborato in modo tale che nessuno venga penalizzato, “dismesso” o sfavorito».

Poi don Gilberto parla di un problema complessivo legato all’inserimento di “nuove leve” dell’organico.
«Nessuno vuole eliminare gli anziani, o dire che non funzionano, anzi. La necessità è quella di inserire preti efficienti nel panorama delle quattro parrocchie, da verificare in base alle attività che si vogliono svolgere».
Sono tanti i temi in questione: dalle attività parrocchiali e caritative della Brunella da definire con chiarezza al percorso d’accompagnamento ai sacramenti con la scelta irreversibile di coinvolgimento delle famiglie e adulti, dalla pastorale familiare al «fondamentale rapporto tra i preti presenti nella comunità che deve tendere concordemente a questi obiettivi». Nel suo giro di benedizioni, poi ha colto l’occasione di ringraziare ogni istituzione per il lavoro che sta facendo. «La collaborazione in questo campo per me resta fondamentale, anche se le risorse sono quelle che sono, sia in termini di uomini che di denaro e capacità economiche che sembra si assottiglino sempre di più».
Al termine del mandato alla guida di città e decanato, dice: «Auspico di fare il prete. Non è un augurio, ma una scelta fatta 52 anni fa con l’ingresso in seminario. Ho scelto di incamminarmi su questa strada e adesso penso e spero di riprenderla in pienezza. In una situazione come questa, infatti, sono tante le “distrazioni”: e il rischio è di fare tante cose che non appartengono propriamente al ministero del prete».
Donnini spera di ritirarsi proprio a Varese. «Non lo escluderei, in un posto in cui possa fare quello per cui mi sono sentito chiamare a suo tempo».