«Rispondiamo in campo a chi contesta»

Massimo Aldera, dg della Unendo Yamamay, dopo i clamorosi fischi di venerdì a squadra e coach: «Anche la società si aspetta di più dalle ragazze. Ma non si fa influenzare dagli umori della piazza»

I fischi al PalaYamamay sono un evento più unico che raro. Ecco perché fa notizia la doppia bordata riservata venerdì da gran parte del pubblico biancorosso a Carlo Parisi e poi all’intera squadra alla fine del primo set (perso) con Firenze.Ci è sembrato il caso di coinvolgere il direttore generale della Futura Volley, Massimo Aldera: «La squadra deve cercare in campo di far

cambiare opinione a quelle persone. Alla domanda se i fischi possano servire a spronare la squadra, rispondo di no. Anzi, dico che possono creare solo ulteriori problemi. Non è certo grazie a queste “sollecitazioni” che si ottengono i risultati sperati. Fischi o non fischi, squadra e società vanno avanti per la loro strada, fatta di lavoro, impegno, voglia di migliorarsi e di vincere sempre».

Il dg ribadisce il concetto quando si parla della fiducia che la società nutre nei confronti di coach Parisi.
«Una fiducia immutata: Parisi sta lavorando bene come ha sempre fatto, e come farà almeno fino a fine stagione. Se è legittimo che qualche tifoso fischi, è altrettanto legittimo che la società si prenda la responsabilità di certe decisioni, che non cambiano certo per chi contesta al palazzetto o sui social network».
A Busto però non era quasi mai successo… «Si è evoluta una storia: noi non siamo più quelli dell’inizio, e neppure il pubblico – osserva Aldera – Abbiamo vissuto insieme vittorie e momenti difficili, evidentemente durante il cammino sono cambiati anche alcuni atteggiamenti. Però credo che, se quest’avventura ha un valore, vada sostenuta soprattutto nei momenti di difficoltà. Quando si vince, è facile essere tifosi».
Resta il fatto che le farfalle abbiano finora reso meno di quanto ci si aspettasse: «Anche noi ci aspettavamo di essere più avanti a questo punto della stagione. Ma fino a oggi la squadra non è riuscita a dare continuità alle prestazioni positive che ci sono state. Sembra che il film vada avanti, poi a un certo punto si riavvolge la pellicola e rivediamo sempre la stessa scena. Ci aspettiamo tutti il lieto fine, in cui la squadra prenderà consapevolezza del proprio valore e lo mostrerà con continuità».
Quando succederà? «Non lo possiamo sapere, ma nel frattempo non stiamo certo con le mani in mano: lavoriamo tutti i giorni per migliorare le cose. E qui mi riallaccio ai fischi: sarebbero legittimi se la squadra non si impegnasse, ma non è certo il nostro caso».

Un aiuto potrebbe arrivare dal ritorno di una trascinatrice come Freya Aelbrecht: «Probabilmente ci raggiungerà a metà gennaio per completare l’iter del recupero – fa sapere Aldera – Ovviamente in una prima fase sarà presente solo agli allenamenti, ma sono convinto che la sua presenza sarà importante: l’abbiamo scelta non solo per le qualità tecniche, ma anche per le doti caratteriali: ha il piglio della combattente».
L’impressione è che manchi in squadra proprio una leader carismatica: «L’impressione è corretta. Diouf che può assolvere a questa funzione per ragioni tecniche, perché un riferimento sicuro che mette la palla a terra con continuità può valere più di un motivatore. Ma quando Valentina va un po’ in difficoltà non c’è un’altra figura di riferimento. Del resto, come ha ricordato Parisi alle ragazze, “noi possiamo vincere solo giocando da squadra”. Abbiamo tante ottime giocatrici, ma non la singola fuoriclasse che da sola ti toglie la castagne dal fuoco. Non si può pretendere di portare qui gente come Montano, Kim o Costagrande: perciò diventa essenziale giocare da squadra vera».