Cinque anni d’amore con Neto, ma il polpaccio…

Sabato con la Pro Vercelli il brasiliano celebra la sua prima volta (con gol) al Varese. Bettinelli però rischia di perderlo. Ma tanto ha un’infinita batteria d’attaccanti

C’è un doppio compleanno che chi ha nel cuore il Varese non può essersi dimenticato: la prima partita e il primo gol in biancorosso di Neto Pereira.

Sembra ieri quando il brasiliano si era presentato al pubblico del Franco Ossola entusiasmando subito lo stadio e scaldandolo con il suo bollente estro: domenica 7 febbraio 2010, il neoacquisto aveva messo nel sacco il gol dell’1-1 con il Benevento su un campo ghiacciato e pieno di fango, permettendo alla squadra di Beppe Sannino di continuare a inseguire i playoff. Sabato, proprio in occasione della quarta di ritorno di serie B fra il Varese e la Pro Vercelli, saranno cinque anni dall’esordio in biancorosso di Neto Pereira che rischia però di non esserci.
Il capitano ha preso infatti una botta al polpaccio durante la trasferta di Lanciano e non ha ancora ripreso ad allenarsi, saltando sia la seduta di lunedì che quella doppia di ieri. E per Stefano Bettinelli sono guai seri, considerando soprattutto che il tecnico è in serie emergenza in attacco: manca infatti Miracoli, che è stato operato a Genova di appendicite e dovrà restare fuori almeno un mese e mezzo. Il mercato ha tolto poi Lupoli e Petkovic al Varese portando solo il diciannovenne Capello e la società non sembra intenzionata a tentare l’assalto a qualche svincolato.

Neto resta in forse ma essendo acciaccato non sarà comunque al meglio per la sfida con la Pro Vercelli in cui Bettinelli ha solo due alternative e cioè Forte e Capello. Per la verità c’è anche Varela, che è un esterno ma si adatta a fare la seconda punta. Un’altra ipotesi potrebbe essere il cambio di modulo ma non ci sono gli uomini per mutare la disposizione tattica. L’unico attaccante ad esempio che potrebbe fare il 4-3-3 è Miracoli, assente però per i suoi problemi di salute. E Varela ha dimostrato di non trovarsi così a proprio agio nel 4-3-3 del Vicenza. La speranza è di rivedere in campo Neto che, come ha avuto modo di ripetere più volte Bettinelli, «non è un calciatore ma lui stesso è il

calcio». L’allenatore era vice di Beppe Sannino quando il brasiliano arrivò a Varese proprio il 7 febbraio del 2010 e lo conosce a fondo. Dopo essere stato protagonista del ritorno in B e aver sfiorato per due volte la promozione in A, Neto è diventato il simbolo della squadra e, a 36 anni e un mese (compiuto oggi) è la bandiera del gruppo. Il numero 10 sta vivendo una seconda gioventù e il merito di questa rinascita è proprio di Bettinelli, che gli ha garantito una consapevolezza ritrovata: quella che gli ha permesso di dimenticare l’ultimo campionato, in cui aveva giocato 25 partite, realizzando solo un gol. Nella nuova stagione Neto è mancato solo una volta (nella trasferta di Frosinone), lasciando quasi sempre il segno nelle altre 22 partite.

La seconda gioventù del brasiliano ha portato molti corteggiatori al mercato di gennaio ma il Varese ha respinto le allettanti offerte pur di trattenere il giocatore che il presidente Nicola Laurenza reputa incedibile, come ci ha detto a inizio anno: «Come una pregiata bottiglia di Barolo, Neto stupisce invecchiando. La sua rinascita è la nostra sopravvivenza. È un ottimo giocatore ma soprattutto un grande uomo. Per questo, oltre alla mia gratitudine, vorrei regalargli anche un futuro nel club con un ruolo dirigenziale che gli permetta di continuare a far parte della nostra famiglia». Dice bene il presidente: «La sua rinascita è la nostra sopravvivenza». E ora, dopo un mercato che non ha portato attaccanti, questa frase assume un significato ancora più denso.
Neto è il leader dello spogliatoio e ha in sé quella gioia di giocare a pallone che hanno i ragazzini e con cui tutto diventa più facile. Interpreta l’anima migliore di quello che in portoghese si chiama futebol bailado: un calcio frizzante e spensierato, allegro quasi come una danza.
Sabato tutta la città dovrebbe venire allo stadio per festeggiare i suoi primi cinque anni a Varese. Ma la botta al polpaccio rischia di rovinare un compleanno speciale, mettendo in seria difficoltà Betinelli.