Mal di pancia e un velo di tristezza. Con la seconda che emerge chiaramente andando ad “accentare” le parole pronunciate, perché provata nei confronti di una perdita che tocca molto a livello umano, oltre che professionale. , titolare dell’impresa Albini e Castelli e presidente del Consorzio “Varese nel Cuore”, interviene sulle dimissioni di dal ruolo di general manager della Pallacanestro Varese. Traccia però anche un quadro sfumato di speranza: il Consorzio c’è e ci sarà. Anche questo serve – in mezzo alle onde della mareggiata – a tenere la barra dritta.
Assolutamente sì. Avevo discusso con lui dopo la partita di domenica scorsa e non più tardi di martedì mi aveva accompagnato a trovare una new entry del Consorzio, altra occasione in cui ci siamo confrontati. È chiaro: il mal di pancia lo abbiamo tutti in questo momento, ma non mi sarei mai aspettato una decisione del genere. Nelle cui motivazioni, in ogni caso, è difficile entrare.
Il mio rapporto con Cecco è nato cinque anni fa quando, insieme a , è venuto a trovarmi per iniziare questa avventura. Col tempo ci siamo legati: senza di lui viene meno una persona che svolgeva un ruolo fondamentale e anche un amico.
Sto cercando di tenere un basso profilo e non certo per mancanza di interesse. Mi sento giornalmente con , cui ho dato la mia totale disponibilità. Tuttavia, ribadisco ancora una volta la nostra estraneità alle decisioni riguardanti l’area tecnico-sportiva: non vogliamo aggiungere benzina sul fuoco. Le dimissioni di Vescovi sono state uno shock per tutti i consorziati, è innegabile. Noi, però, proseguiamo nel nostro unico compito: quello che mira al consolidamento.
Retrocedere vorrebbe dire frenare lo sviluppo del Consorzio, senza alcun dubbio. Ma il progetto va avanti, indipendentemente dai risultati. Salterebbe tutto? Categoricamente no. Perderemmo qualcuno per strada? Non lo posso escludere.
Nessuno ora è in grado di esprimere un giudizio tecnico pari a quello del Cecco. Pozzecco, però, non è un uomo in mare: stare uniti è l’unica soluzione. Che qualche vittoria debba iniziare ad arrivare non ci piove.
Qualsiasi decisione va presa una volta guariti dal mal di pancia. Sui nomi non mi pronuncio, ma non mi sembra il momento per una scelta di questo tipo.
Ma il Consorzio nasce proprio per questo motivo, per sopperire a difficoltà oggettive. La strada è cercare l’aiuto di molti.
Vero, a volte si sente la mancanza di un padrone che si imponga. Ma non è necessariamente detto che la decisione finale del singolo sia meglio di quella di molti.