Serracchiani contro Boldrini «Giudizio eccessivo su riforme»

La vice segretaria del Pd: «Testo del Jobs act largamente condiviso». Anche Scelta civica parte all’attacco: «Un intervento discutibile»

Alla maggioranza non sono andate giù le parole di Laura Boldrini, che aveva criticato il modus operandi del governo sul Jobs act. Secondo la terza carica dello Stato «ci sono stati dei pareri non favorevoli da parte delle commissioni di Camera e Senato» che sarebbe stato opportuno considerare. Boldrini aveva aggiunto di credere «nei ruoli intermedi. Dunque, l’idea di avere un uomo solo al potere, contro tutti e in barba a tutto a me non piace».

La prima a criticare Boldrini è stata Debora Serracchiani. La vice segretaria del Partito democratico si è sfogata a “L’intervista” di Maria Latella, su SkyTg24: «Mi è un po’ dispiaciuto, personalmente e politicamente, il fatto che la terza carica dello Stato abbia preso una posizione così di fronte a una riforma del governo. Mi sembra un eccesso rispetto alla sua posizione di garanzia». Secondo Serracchiani «non è giusto parlare di “uomo solo al comando”. C’è un partito, il Pd, che rappresenta una base larga degli italiani e che dice che vanno fatte le cose».
«Renzi – aggiunge Serracchiani – non decide da solo, ma decide di andare fino in fondo attraverso le scelte del partito. E fare le riforme non è una deriva autoritaria». Perché Boldrini è stata così tranchant? «Deve chiederlo a lei. Lo chieda alla dottoressa Boldrini…» conclude Serracchiani. Durissima la reazione dello stesso premier, Matteo Renzi: «La Boldrini è la presidente della Camera, è l’arbitro dei lavori parlamentari e la lascio da parte. La sua frase? È un problema suo, non nostro».

«Il governo, tirando dritto sul Jobs act, ha esercitato una sua legittima facoltà, posto che il parere delle commissioni non era vincolante», scrive, rispondendo a Boldrini, in una nota Scelta civica . «In assenza di questioni vere sul metodo, ne consegue che quello della presidente Boldrini è stato un discutibile intervento, fatto in realtà per questioni di merito» sostiene Sc. «Senza contare – si osserva – che il parere negativo delle commissioni è stato palesemente frutto del voto di due partiti di opposizione, Sel e 5 Stelle, e di una corrente di opposizione interna alla maggioranza, la sinistra Pd. Noi di Scelta civica, ovviamente, non avevamo votato quel parere, il cui unico obiettivo era depotenziare quanto fatto dal governo con il nostro pieno appoggio».