Noi, Neto Pereira, siamo abituati a vederlo danzare. Sul campo, a nascondere il pallone tra i piedi, a gabbare i difensori, a fare numeri. E vederlo arrivare così, trascinandosi sulle sue stampelle con un cappellino da baseball calato sugli occhi, ci spiazza. Eroe ferito, albatro di Baudelaire, ballerino zoppo. Eppure lui è tranquillo, ma tranquillo per davvero.
Come faccia, con la sua squadra ultima in classifica e lui lontano dal campo, resta un mistero. Sarà che i brasiliani riescono sempre a leggere il meglio delle cose, sarà che Neto è davvero fatto così.
Bene, bene davvero. La visita di controllo ha detto che tutto procede per il meglio, io conto i giorni che mi separano dal ritorno in campo. Non vedo l’ora.
Presto. Sto già lavorando in piscina, tra una settimana riprenderò a correre e conto di essere pronto per le ultime partite. Quelle davvero fondamentali.