Era partito: le riforme elettorali e costituzionali si devono approvare con il più largo consenso. Oggi: il consenso largo è diventato ricatto verso i suoi. O votate le controriforme o tutti a casa,si va a nuove elezioni,addio privilegi. È triste assistere al varo di controriforme,tutte incostituzionali, da parte di una risicata (forse) maggioranza di nominati, votata sotto la minaccia di un ricatto di Renzi. Sì perché è lui che fa un ricatto, non
la minoranza dem che esprime le sue convinzioni in una materia fondamentale per la tenuta democratica del paese. La costituzione approvata dalla totalità del parlamento di allora, derivante dalla lotta partigiana, scritta da menti giuridiche eccelse, la si vuole modificare con una maggioranza risicata e sotto ricatto, controriforma scritta nel circolo della Leopolda con l’apporto di Verdini. La minoranza dem ritrovi il suo orgoglio e salvi il paese dallo scempio della costituzione.
Francesco Degni
Se il parlamento decide in un modo (sì alla riforma Renzi) non è democratico, se decide in un altro (no alla riforma Renzi) lo è? Il parlamento, appunto: non ci sarà parola superiore alla sua, la dittatura è un’altra cosa. La riforma, appunto: non la migliore possibile, ma neppure la peggiore, dopo anni di chiacchiere vane. Il futuro del Paese, appunto: se dopo il voto sapremo
chi ha vinto e chi ha perso, e chi ha vinto potrà governare senza l’incubo di dover sottostare al ricatto di chi ha perso, bisognerà ammettere un progresso. La minoranza dem, appunto: i pochi fanno sentire la loro voce, i molti vi replicano, alla fine se ne esce con un verdetto. E lo si onora. Anche queste sono regole d’un gioco che voglia dirsi rispettoso di tutti.
Max Lodi