Tra pochi giorni sarà il 25 aprile, il giorno della festa della Liberazione. C’è un filo invisibile, ma resistente, fatto di civiltà, democrazia e libertà che accompagna la storia della nostra Città e questo filo, quando si spezza, viene sempre riannodato dai giovani. Pensiamo al periodo del Risorgimento, l’accoglienza data da Varese a Garibaldi, il sacrificio di tanti ragazzi. Pensiamo alle sofferenze di altri varesini partirono per andare a combattere nella prima grande guerra. Poi il fascismo e la dittatura,
le leggi razziali ed infine la seconda guerra mondiale: un orrore. Dopo l’8 settembre 1943 altri giovani varesini decisero di lottare, nelle file dei partigiani, per la libertà, questa volta dall’invasore nazista: alcuni di loro morirono. Dobbiamo ringraziarli, sempre, ma non basta. Alla scuola oggi spetta il compito fondamentale di formare i ragazzi sul significato della democrazia; alle famiglie ed alle comunità, anche quella politica, quello di insegnare loro le regole della convivenza civile ed il rispetto per gli altri. Tutti insieme dobbiamo scongiurare il pericolo che i nuovi cittadini crescano come quelli che sono andati a devastare lo stadio.
Luca Paris
Segretario PD Varese
Il settantesimo della Resistenza sta passando quasi sotto silenzio politico: un grave errore. Lì trovarono pratica ideali su cui è stata costruita la nostra democrazia che qui talvolta non trova attuazione. La famiglia ha la responsabilità primaria d’insegnarli, poi tocca alla scuola, ma infine anche alla società. A tutti color che possono trasmettere agli altri un comportamento virtuoso. La nuova Liberazione è quella dalla riluttanza a dare esempi positivi.
Max Lodi