«Basta croci: serve l’omicidio stradale»

Dopo le lacrime per la tragica morte dei neo sposini Mario e Michela Cocco, esplode la polemica. L’assessore bustocco Cislaghi: «Reato da introdurre». E da Busto riparte il pressing su Roma

«Basta croci. Ma non si dia la colpa alle strade. Serve il reato di omicidio stradale». Ad affermarlo, dopo il tragico schianto su via per Cassano che ha lasciato sull’asfalto i corpi senza vita dei due novelli sposi e, residenti a Cairate, è l’assessore bustocco , che anni fa, quando era solamente consigliere comunale, fu tra i primi ad aderire alla petizione lanciata dall’allora sindaco di Firenze per l’introduzione del reato di omicidio stradale.

La legge, dopo anni di discussioni, sembra essere in dirittura d’arrivo, dopo l’approvazione in prima lettura in Senato: ma se fosse già stata in vigore, quasi certamenteautore del sorpasso azzardato che ha travolto lo scooter dei coniugi. «È vero che di tanti altri – sottolinea Cislaghi, in controtendenza rispetto alle richieste di interventi di sistemazione e di rallentamento lungo la via – ma non si può sempre colpevolizzare le infrastrutture stradali quando capitano questi episodi. dei casi le responsabilità sono sempre da ascrivere ad una colpa del singolo».
Quel punto di via per Cassano, un lungo rettilineo che invoglia a dare gas ma che ad un certo punto si “intuba” sotto un sovrappasso stradale, non avrebbe dirette “colpe”, anche se proprio lì quest’anno hanno lasciato la vita già tre persone, prima lo psicologo , poi i neo-sposi Mario Cocco e Michela Furnari. Dinamiche molto simili, visto che in entrambi i casi è stato il sottopasso a indurre in errore. «Comprendo la posizione di chi, anche nel nostro corpo di polizia locale, teme che con quella previsione di reato di omicidio stradale, anche una semplice disattenzione possa costare carissimo a chi guida – ragiona l’assessore Mario Cislaghi – ma non vedo quali alternative ci siano rispetto al fatto che chi porta via la vita delle persone attualmente nella maggior parte dei casi si ritrova subito a piede libero».

«Occorre trovare una modalità di deterrenza, che disincentivi chi, sotto l’effetto di alcol o stupefacenti o anche per pura incoscienza, compie manovre così pericolose da mettere a rischio l’incolumità del prossimo». Così da Busto Arsizio riparte la battaglia per il reato di omicidio stradale: un anno e mezzo fa, la senatrice bustocca del Pd si era presa particolarmente a cuore della una serie di casi di ragazzi travolti e uccisi per strada, in particolare quello del piccolo , tirato sotto mentre percorreva la via Novara a Borsano in bicicletta. Ora tutte queste croci potrebbero essere quantomeno servite alla responsabilizzazione del parlamento ad agire.