Beppe Sannino ha le idee chiarissime «Sindaco, affida il Varese a Sogliano»

Il tecnico delle due promozioni non ha dubbi: «Lui è l’unica persona che potrebbe farlo risorgere». E sul suo futuro: «Tornerò ad allenare qui e lo farò gratis: ma non è ancora arrivato il momento»

Nei momenti di tristezza – scriveva Dante – non c’è niente di peggio che ricordare i tempi in cui siamo stati felici. Ma noi non abbiamo chiamato Beppe Sannino per rievocare nostalgicamente il grande Varese che fu. Semmai ci interessa sapere cosa pensa il condottiero di Ottaviano del Varese di domani. Perché la certezza di Sannino è granitica come il carattere delle sue squadre: il Varese continuerà a vivere.

Meglio se con Ricky Sogliano al comando. «Varese senza il Varese è inimmaginabile. Quando vengo in questa città, la mia prima tappa sa qual è? Lo stadio. Ci vado a correre. Per me e per tutti i tifosi il “Franco Ossola” è un totem: non voglio neanche pensare che possa rimanere vuoto il sabato e la domenica, senza il Varese, senza la sua gente».
La situazione, però, è obiettivamente complicata. Il sindaco Attilio Fontana si sta dannando per trovare una soluzione, ma i tempi sono strettissimi. «Mi piange il cuore se penso a che punto siamo arrivati – sospira Sannino – Per portare il Varese in B ci abbiamo messo il cuore, l’anima, il lavoro, tutto. Non avrei mai voluto rivedere nei dilettanti una società così gloriosa e una città così splendida, oltretutto non per demeriti sportivi, ma per altre situazioni. Appena ho saputo che il Varese non sarebbe rimasto tra i professionisti, ho pensato ai tifosi ma anche ai dipendenti: tutte persone che, anche prendendo poco, hanno dato moltissimo a questa società e a questi colori».
Come si può ripartire adesso? E da chi? «Da una società solida, composta da persone capaci, e soprattutto che abbiano a cuore il Varese. Parlo di gente come Sogliano, Milanese, Giorgetti, lo stesso Maccecchini. Persone così danno un’impronta alla società. Che è la cosa più importante. Poi, certo, bisogna costruire una squadra, scegliere un allenatore adatto alla categoria. Lavorare duro. Coinvolgere i tifosi che sono l’anima di questa società, avere anche un pizzico di fortuna. Ma soprattutto il Varese ha bisogno di varesinità, a cominciare dai suoi vertici».

E qui Sannino si sbilancia: «Io penso che il sindaco, persona straordinaria, farebbe la cosa più giusta se affidasse la ricostruzione del Varese a Riccardo Sogliano, un uomo che ha fatto la storia di questa società. Sarei felicissimo se il Varese ripartisse da lui, dal suo sapere, dalla sua esperienza, per riportare questa squadra dove merita di stare. Se Sogliano può dare una mano, deve farlo, perché non c’è persona più adatta di lui».
E se Sogliano le chiedesse di tornare? Accetterebbe? «Lui saprebbe perfettamente cosa fare in questo momento, e proprio perciò non mi chiamerebbe – assicura Sannino – No, non è questo il momento giusto. Quel che è certo è che manterrò la promessa fatta qualche tempo fa: chiuderò la carriera allenando il Varese gratis. Sempre mi vorranno».
E caspita, se lo vorranno: in città nessuno ha dimenticato la magia che sapeva trasmettere il Varese targato Sannino-Sogliano. Magari si ricreassero certe alchimie: «Sean è stato l’artefice, l’architetto, io e la squadra eravamo la manovalanza sul campo. Ma poi non dimentichiamo tutte le persone che ci sono state vicine in quel periodo, perché da soli non si combina proprio niente. Ora bisogna pensare a ricreare un ambiente di quel tipo: vivere a pane e salame, senza mai fare il passo più lungo della gamba, ma con valori importanti come la passione e la voglia di diventare qualcuno grazie a quella maglia. Di mettersi sempre in discussione in una città dove tutto quello che guadagni te lo devi sudare, perché nessuno te lo regala».
Il tecnico che ha portato il Varese fino alle porte del paradiso chiude dando un “consiglio” al sindaco Attilio Fontana: «Dia le chiavi della società a chi ha il Varese nel sangue, a chi davvero ha la passione e la competenza per costruire qualcosa di importante».
L’ultimo messaggio è per i tifosi: «Dopo il temporale esce sempre il sole. Adesso è tutto buio, è vero. Ma sono convinto che, se si riparte con le persone giuste, presto torneremo a vedere il cielo sereno e ricominceremo a gioire per quelle maglie biancorosse». Mister, il Varese risorgerà ancora una volta? «Ne sono sicuro».