Sergente Armenise, tutti ai suoi ordini

Il preparatore atletico biancorosso è l’uomo del momento, nella fondamentale fase di preparazione: «Un tempo bastava andare di corsa al Sacro Monte, oggi i giocatori non si accontentano di sudare»

Se fosse un suono, Marco Armenise sarebbe un incitamento senza tregua, di quelli capaci di accompagnare e corroborare lo sforzo. Se fosse un colore, Marco Armenise sarebbe trasparente, come il sudore che i suoi esercizi fanno scendere sui muscoli degli atleti: in palio c’è la capacità di correre fino al prossimo giugno. Se fosse un odore, infine, Marco Armenise sarebbe quello della battaglia, la prima, quella forse più faticosa, ma in grado di sostenere tutte le altre.

Colui che è da sette anni il preparatore atletico della Pallacanestro Varese sarà il deus ex machina – in piena simbiosi con lo staff tecnico – della prima parte del precampionato targato Openjobmetis. I suoi dettami costruiranno la forma fisica dei dodici di coach Moretti, li aiuteranno a prevenire gli infortuni, li renderanno capaci di rendere al meglio delle loro possibilità.
La preparazione atletica è una scienza in continua evoluzione: la stella polare della ricerca della performance è il medesimo fondo, i metodi (ma anche la filosofia) si sono evoluti. «Una volta a inizio stagione si andava dritti a correre al Sacro Monte e alcuni giocatori subivano un’impostazione del genere – spiega Marco – Ora molto è cambiato. Ci sono esercizi diversificati e c’è soprattutto l’esigenza di condividere con l’atleta il messaggio che sta dietro a determinati sforzi: il miglioramento, la resa maggiore. I professionisti di oggi hanno bisogno di qualsiasi cosa li faccia star bene e rischiare di meno. Solo così non si chiudono e ti si affidano completamente».
Gli chiediamo di illustrarci quello che sarà il programma per la truppa nuova di zecca: «La prima parte della preparazione, fino a settimana prossima, avrà al 90% contenuti fisici. Stiamo partendo gradualmente, cercando di conoscere i ragazzi: durante l’estate abbiamo chiesto informazioni ai procuratori, ma nulla è come averli sottomano». Come faticheranno Wayns e compagni? «Verranno effettuate sedute doppie su distanze più lunghe rispetto a quelle di un campo da basket: in un periodo del genere bisogna evitare frenate e accelerazioni, ci vuole intensità senza forzature, si deve mettere volume limitando i carichi». Gli esercizi posturali, di allungamento, di flessibilità e a corpo libero verranno accompagnati da lavori didattici in sala pesi e da quelli orientati all’incremento della potenza svolti in piscina.

Fase successiva, nella tabella di marcia per la prossima settimana: «Al lavoro precedente, verrà unito quello fatto sul rettangolo di gioco, più specifico per il basket: scivolamenti, salti e scatti. L’obbiettivo è quello di far arrivare i giocatori all’80-90% della frequenza cardiaca» continua il preparatore atletico. Saranno molto utili anche alcuni test che verranno effettuati singolarmente, perché daranno allo staff il conto delle specificità fisiche di ognuno, la

misura dello sforzo sopportabile e le indicazioni per correggere gli eventuali problemi.A Chiavenna verranno decisamente alzati i carichi e l’intensità, poi arriveranno le prime amichevoli, alcune a cadenza plurisettimanale: «A quel punto bisognerà agire nel modo più razionale possibile. Gli allenamenti verranno commisurati alla frequenza degli incontri, valutati giorno per giorno. Alcune amichevoli saranno giocate con il cardiofrequenzimetro: per ogni giocatore sarà fissato un obbiettivo, portandolo gradualmente al top».

La stagione che va ad approssimarsi comporterà l’incognita della coppa, piacevole diversivo che impone però alcuni accorgimenti: «La competizione europea ci darà un grande vantaggio nella seconda parte dell’annata, soprattutto per l’abitudine all’agonismo. I viaggi saranno un problema? No, dopo le partite sarà indispensabile assicurare ai ragazzi la giusta alimentazione e la possibilità di riposare, indipendentemente dalla location in cui ci troveremo»
Insomma, davanti ci saranno mesi duri, durante i quali il punto di vista fisico-atletico avrà sempre la stessa importanza di quello tecnico. La prima impressione di Armenise sui nuovi arrivati è positiva: «Soprattutto in termini di energia e disponibilità. Sono ragazzi curiosi, il primo giorno mi sono divertito a lavorare con loro. Poi c’è coach Moretti, che si sta rivelando molto attento e molto avanti nei tempi. Mercoledì ha fatto un bellissimo discorso, facendo capire come l’individuo sia importante per la squadra e viceversa». Armenise e gli altri si sono messi al suo servizio: «La chiave sarà scoprire davvero questi giocatori, individuando i punti di forza e nascondendo quelli deboli».