“I told you”, te l’avevo detto, Maalik. Scrive così su Twitter Mike Green, pubblicando un video dell’accoglienza dei tifosi mercoledì alla nuova Pallacanestro Varese. Te l’avevo detto Maalik, che Varese è un posto speciale. Maalik Wayns è in città da quasi una settimana, e si è già innamorato della città giardino. Non ha fatto in tempo ad atterrare e a fare le visite mediche, che il pomeriggio è immediatamente salito in macchina assieme al suo grande amico Ramon Galloway per girarsi tutta la città. “Just driving around Varese, what a beautiful city”, il suo commento, sempre su Twitter.
A fine allenamento, scherza con coach Moretti e Paolo Conti che si dilettano a canestro, dimostrando di saperci fare ancora. L’ambiente è sereno, scherzoso, positivo. Ok, Maalik, sei già dei nostri, ti abbiamo già stregato, we got you. È carico, sorridente, vive Varese come una grande opportunità per la sua carriera e per la sua vita. Non per nulla, si è portato dietro la fidanzata Maline e la figlia Larrisha, di soli 9 mesi, un sorriso splendido. Erano in tribuna già mercoledì, durante la clamorosa accoglienza che il Pala Whirlpool ha tributato ai nuovi beniamini. Ci accoglie con un ciao, sta già cercando di conoscere le prime parole in italiano.
Le sue prime impressioni fino a qui sono tutte positive: «Mi piace tutto qui, questi primi giorni sono stati fantastici per me. I love everything, mi piace tutto. Dalla città ai tifosi, i compagni sono gentilissimi con me, mi sto trovando molto bene e non pensavo fosse tutto così bello fin dall’inizio». Come detto, si è già girato tutta la città, assieme al suo grande amico Ramon Galloway: «Ho camminato fino al lago, incantevole, poi ci siamo spostati in centro città, abbiamo guidato un po’ in giro per conoscere, per ambientarci. L’ho scritto anche su Twitter, vivete, anzi posso già dire viviamo, in una bellissima città».
In Italia non c’era mai stato prima d’ora, nemmeno da turista, ma ora è qui per restare, per lasciare il segno. Le prime impressioni, continua a ripeterlo, sono positive. «I love everything up to now», finora mi piace tutto. E noi gli crediamo sulla parola. Non è qui di passaggio, ha le idee chiarissime su quello che vuole fare a Varese: «Vincere, semplicemente, voglio vincere, perché Varese è una squadra ed una città in cui si vince. Mi sono studiato la storia di questa società, è uno dei top club europei per storia e per blasone. Ed è giusto che torni dove merita di stare, e soprattutto è giusto che torni a fare ciò che sa fare, cioè vincere. Io sono qui per questo».
L’accoglienza del pubblico di Varese lo ha sorpreso, ma non più di tanto, perché un suo grande amico lo aveva già preparato a quello che avrebbe trovato qui: «Mike Green, un mio carissimo amico, mi aveva avvisato del fatto che qui ci sono dei tifosi passionali e caldissimi. Infatti mi ha scritto su Twitter appena ha visto i video della presentazione. Come a dire: hai visto? Te l’avevo detto. È stato incredibile». Non ci ha messo molto nemmeno ad accattare Varese, tanti i motivi per scegliere questo posto, tanti gli stimoli, ma anche un’amicizia speciale: «Ho sempre voluto giocare un giorno assieme a Ramon Galloway, siamo amici fin da quando eravamo bambini. Ci siamo parlati tanto, ma non ci
è voluto molto per convincermi a venire qui. Il solo fatto di giocare con lui per me è un sogno. Poi la mia famiglia era felice di venire in Italia. In ultimo luogo, ci ha pensato anche Mike Green a convincermi, come ho detto prima, raccontandomi a più riprese della tradizione di questa società e del calore di questo pubblico». Il basket italiano per lui vuol dire molte cose, molti nomi, molte facce già viste ed incontrate in NBA: «Il basket italiano è grande storia, grande tradizione, grandissimi giocatori. Gallinari, Bargnani, Belinelli, li conosco tutti e sono tutti fortissimi, sono cresciuti qui e poi si sono affermati in NBA. Qui c’è grande voglia di pallacanestro, mi voglio divertire».
Welcome Maalik, and good luck. We got you.