Lettera a quelli che dicono: «Io nei dilettanti non vengo allo stadio»

Scritta dal pugno del direttore, Andrea Confalonieri

I mille spettatori in tribuna, i cori e gli applausi quasi “feroci” per l’amichevole casalinga contro il Caravaggio del Varese rinato in Eccellenza sono un’enormità: c’è un senso di liberazione da mercenari e venduti, ingigantito dalla possibilità di riabbracciare varesinità, maglia e passione violentate dietro il paravento delle ultime stagioni con debiti milionari in serie B. Per capire quello che sta accadendo a chi ritrova d’un colpo, quasi bambino, la squadra a cui avevano strappato valori e radici, basta pensare ai 1.300 tifosi (fonte Gazzetta) che hanno assistito all’esordio del nuovo Parma di serie D targato Barilla (per la sua azienda, un fatturato di 3.200 milioni nel 2014), al Tardini contro il Poggibonsi e finita 2-2: in Emilia il neo proprietario ha sborsato sull’unghia 3 milioni, e molti di più ne verserà, ma noi ci teniamo stretto Gabriele Ciavarrella, i nostri mille spettatori (che meritano stessi titoli, trattamento e stupore dalla Gazzetta, o no?), i giovani di casa, come i dirigenti e il Varese che non ha proprio nulla da invidiare al Parma, tranne i campi (speriamo per poco: certe promesse politiche andranno mantenute…).Eppure, se stanno tornando all’ovile i tifosi disgustati da maneggi, sperperi e gestioni oscure, c’è qualche tifoso che non riesce ad accettare il fatto di dover seguire l’Eccellenza dopo anni di serie B: «Tornerò allo stadio in Lega Pro perché non merito i dilettanti, e non mi spiego tanto entusiasmo in Eccellenza», pensano e dicono.Ognuno può tornare a Masnago quando vuole ed è liberissimo di credere ciò che vuole. Ma solo il fatto di “prendersela”, anzi di prendersela a cuore, vedendo quei mille spettatori di sabato, significa – sotto, sotto – che anche a loro manca il Varese, e mancherà sempre più fino all’inevitabile riavvicinamento. Sannino e Riccardo Sogliano sono già venuti agli allenamenti a caricare la squadra (non accadeva da anni, e non per caso), Sean e Mangia hanno annunciato a Scapini il loro imminente arrivo,

chiediamo quindi a chi rimpiange la B o la C: il Varese avrà più futuro con queste persone, con una maglia e una squadra rifondate sulle loro radici, o se per caso si fosse salvato per il rotto della cuffia in serie B con 10 milioni di debiti (ma sono 18) e con troppi mercenari?I cinque anni di grande calcio non resteranno indimenticabili per la serie B in sé ma per la fatica, l’attesa e la cavalcata che li hanno preceduti. Perché privarsi, un giorno, di un sentimento altrettanto indimenticabile, quando ci volteremo indietro? Perché rivolere tutto subito, senza fare fatica e senza il piacere di riconquistarlo sul campo? Perché restare in paradiso a dispetto dei santi, girando città e province senza pagare nessuno, con la faccia di palta e la coscienza sporca, come appestati e con il nome del Varese sputtanato?Venire a vedere l’Eccellenza non significa umiliarsi, piegarsi o sporcarsi ma elevarsi a bandiere, è da piccoli che si diventa grandi.I gol più belli degli ultimi 11 anni non sono quelli di Pavoletti al Novara, di De Luca al Padova e alla Samp (al massimo quello alla Triestina), di Ebagua in rovesciata al Portogruaro ma quelli di Sehic al Gavirate sul neutro di Saronno, di Bernardini in Alto Adige, del Cobrallo a Orbassano, di Del Sante al Como perché erano piccoli, grandi gol segnati da tutti, da noi e da voi, costruiti da lontano non con i soldi ma con fiuto, pazienza, passione, attesa. Rispetto alla rinascita 2004 siamo di più e siamo più forti. Ora sappiamo che la B è possibile, tre gradini non sono insuperabili, quella è la nostra casa: ci ha atteso 25 anni, può farlo per altri 3 o 4.Lasciateci sognare. Lasciateci pensare che Marrazzo tra 2 stagioni in C farà gli stessi gol di quest’anno in Eccellenza, e che Bordin sarà il portiere varesino del ritorno in B. Noi ci crediamo, e convinceremo anche voi.