«I veri proprietari morali e l’anima della società sono i tifosi». Lo aveva detto qualche giorno fa il vicepresidente del Varese Piero Galparoli, presentando la neonata Associazione che riunisce i tifosi varesini: ora conta un centinaio di iscritti ma la società biancorossa spera di arrivare almeno a quota mille in breve tempo.
Varese ha tanti tifosi unici, innamoratissimi, encomiabili e pronti a volare su tutti i campi pur di seguire la loro grande – o forse è meglio dire immensa – passione. Uno di questi si chiama Ezio Macchi. C’è ancora qualcuno che non lo conosce? La domanda ovviamente è retorica perché un personaggio come lui non sfugge agli occhi di nessuno. Dopo un complesso intervento chirurgico che lo ha rimesso a nuovo, Macchi è tornato allo stadio, dove continua a immortalare con il suo obiettivo i giocatori del Varese: «A gennaio – dice – dopo un catastrofico mercato c’era già tanta amarezza perché si presagiva come sarebbe andata a finire la stagione. Adesso siamo in Eccellenza, non più in Serie B, ma c’è tanto entusiasmo per i colori biancorossi che sono gli unici del nostro cuore». Per due anni di fila, Macchi ha fatto il fotografo amatoriale – ma non troppo vista la qualità degli scatti – del Varese. I ricordi più belli sono però le due promozioni consecutive, come ammette: «È stata una scalata epica, chiusa con la conquista della B quasi inaspettata. I ricordi più belli si concentrano nelle partite decisive: come potersi dimenticare la trasferta di Bolzano del penultimo turno di campionato di Seconda Divisione? È stato Alessandro Bernardini a fissare nel finale un pesantissimo pareggio che ha mantenuto il Varese in testa alla classifica. E l’anno dopo ci sono stati i playoff per la B. Se ci penso mi sembra di rivivere l’atmosfera della semifinale di Benevento, dove siamo arrivati in massa. Io ero a bordo campo a fare il fotografo e ricordo ancora il gol di Zecchin, che venne a battermi il cinque subito dopo. Lui e Neto sono i miei preferiti mentre Corti, all’epoca un idolo, ha perso punti alla fine della passata stagione quando, dopo una sciocca espulsione e la squalifica, sembra quasi si sia chiamato fuori dai giochi. Così però non si fa».
Ezio Macchi è uomo concreto che guarda al presente: «L’immagine più bella che sono riuscito a immortalare quest’anno è la corsa di Marrazzo dopo il primo gol in campionato a Verbano. Rappresenta l’immagine del Varese anche perché lui è il giocatore più significativo ma non solo perché sotto porta è un asso. È fondamentale soprattutto nello spogliatoio, che sa unire con la sua esperienza diventando un punti di riferimento per i giovani». Anche Ezio Macchi sa fare spogliatoio: su Internet, dove è un imperatore, gestendo ben tre gruppi foltissimi di tifosi: «Gestisco “Forza Varese” che conta più di duemila persone. Poi ho il gruppo Varese Calcio Tifoseria e Quelli del Franco Ossola che propone esclusivamente foto di tifosi». Suvvia, fatevi fotografare anche voi da Ezio Macchi ed entrerete nella leggenda perché la storia del club è appena iniziata e i biancorossi sono destinati a «magnifiche sorti e progressive», come aveva detto qualcuno.