Non ha mai smesso di fare le corse Alessandro Ballan, il campione del mondo 2008 di Varese, anche durante i diciassette mesi di squalifica. Ha solo cambiato bicicletta, passando da quella da gara con catena, cambio e forcelle, a quella della «vita normale», come la definisce. Quella che gli ha permesso di riconoscere i «veri amici» e capito che la quotidianità è lontanissima parente della ribalta, ma ti aiuta «a rafforzarti dentro».
Nello scorso agosto l’iridato ha finito di scontare un lungo stop per essersi sottoposto alla pratica della ozonoterapia che l’UCI(Unione Ciclistica Internazione) ha riconosciuto come illegale ed in grado alterare le prestazioni del corridore di Castelfranco Veneto. Ballan ha pagato ed ora ha una gran voglia di riprendersi la sua strada che sta trovando però sbarrata. E forse non è del tutto sorpreso.
Le squadre che fanno parte del movimento francese MPCC ed hanno sottoscritto un codice etico, non possono tesserare corridori che abbiano avuto una squalifica superiore ai sei mesi. Per due anni devi stare fuori e sono quasi tutte squadre Professional. Sono circa il settanta per cento. E sinceramente non capisco proprio cosa significhino i due anni. O lo puoi tesserare subito un corridore oppure lo lasci fuori per sempre. Mah.
Ci sono squadre come Sky che hanno un loro codice etico interno, ma lì è impossibile entrare.
Qui vicino a casa mia c’è la ditta di biciclette Wilier ed il mondiale di Varese l’ho vinto in sella proprio ad una Wilier, che mi vorrebbe vedere nuovamente in gruppo. C’è un progetto sul quale stiamo lavorando anche se non mancano delle difficoltà. Se sei una piccola società il rischio che corri è non essere sempre invitato alle corse. Non sei gradito.
Ho commesso solo una negligenza e sta nel non aver comunicato come dovevo che mi stavo sottoponendo alla ozonoterapia. L’Uci mi ha rimproverato che avevo il dovere, come campione del mondo, di far sapere che mi volevo fare questa terapia e che mi avevano consigliato per guarire da un’epatite. Due comunicazioni le avevo fatte, ma proprio perché avevo la maglia iridata dovevo essere più diligente, diciamo così.
Ero campione del mondo e volevo corre il Giro d’Italia con la maglia iridata. Mi avevano detto che sarei guarito con il riposo di tre mesi, ma era forte la voglia di correre sulle strade d’Italia con quella maglia. Ho commesso una negligenza. Vorrei che fosse chiaro che non sono stato squalificato perché sono stato riconosciuto dopato, ma per aver usato una terapia per guarire in fretta e poi è stato dimostrato che la ozonoterapia non altera l’ossigenazione del sangue. Inoltre in quel periodo ero fermo. Non correvo. Ero convalescente. Il mio errore è stato quello di accelerare i tempi e di questo mi rammarico molto.
Tutto è cominciato nel 2010. Per la prima volta sono stato convocato nel 2012 e nel 2014 mi è arrivata la squadra di due anni che il Tas di Losanna ha ridotto a diciassette mesi riconoscendo che non ho alterato nulla. Per come si è trascinata tutta la vicenda sarebbe stato meglio che mi avessero trovato dopato nel 2009. Dopo due anni sarei già stato in bicicletta».
Sembra. Ma per cinque anni ho sempre corso con la testa che non è mai stata libera. Qualche risultato l’ho pure ottenuto( terzo posto al Giro della Fiandre ed alla Parigi-Roubaix del 2012 ndr), ma ero sempre visto con sospetto e i giornalisti non sono mai stai teneri nei miei confronti. Non sono mai stato sereno in bicicletta e questo ha condizionato molto la mia professione. Speravo che avessero riconosciuto la mia buona fede e ritenevo di andare incontro ad una squalifica di sei mesi. Purtroppo è andata diversamente.
Parecchie volte. Ma ho anche avuto attorno gente che mi ha sostenuto a cominciare dalla mia famiglia e dagli amici veri, quelli che mi sono stati vicini quando non ero più il Ballan che vinceva il mondiale, ma quello della vita normale. Questi mesi sono stati un periodo interessante per selezionare le persone e mi è servito molto per capire tante cose.
Con la situazione del ciclismo in Italia in cui sono rimasti praticamente solo Reverberi e Savio mentre tutti gli altri sponsor se ne sono andati, siamo al mors tua vita mea. Dieci anni fa c’erano dieci squadre di livello come la Fassa Bortolo, la Liquigas. Adesso c’è solo la Lampre e non è nemmeno tutta italiana.
L’ho rivisto tantissime volte il mondiale ed ogni volta mi sono venuti i brividi. Mi viene la pelle d’oca e mi emoziono. Ho rivisto anche gli altri miei successi, ma quel mondiale, quella domenica, quella gente ed anche adesso che ne sto parlando con lei, sento i fremiti di quei momenti indimenticabili.
Mi sono dato uno step. Se entro fine novembre non si concretizza nulla allora dovrò pensare d’inserirmi nel mondo del lavoro. Ci sono tante ditte qui nella mia zona e mi piacerebbe rappresentarle nel mondo.
Certo che mi piacerebbe rimanere in questo mondo. E’ una vita che sono nel professionismo e vorrei rimanerci. Però questo periodo lontano dalle corse mi ha cambiato e mi ha fatto riflettere sulla vita normale. Comunque non ho mai smesso di allenarmi e anche oggi ndr farò i miei chilometri per rimanere in forma.