Neppure un mese fa avevamo rivolto a Piero Galparoli questa domanda a bruciapelo: «Preferirebbe diventare sindaco di Varese o riportare subito in B i biancorossi?». Uno dei tre rifondatori biancorosso – gli altri sono Gabriele Ciavarrella ed Enzo Rosa – che è anche consigliere comunale del centro destra ci aveva risposto, sfoderando tanta grinta e partendo, a sua volta con una domanda: «Perché una cosa esclude l’altra? Io non credo. In ogni caso sono un varesino doc ed essere eletto sindaco della mia città è un sogno ma questo non dipende solo da me. Non ho comunque difficoltà ad ammettere che preferirei diventare sindaco a Palazzo Estense che primo ministro a Palazzo Chigi. Per quanto riguarda il Varese, riportarlo in B è il minimo».
Beh, fatemi ripetere che una cosa non esclude mai l’altra. Ma è comunque evidente che stia trascurando il mio lavoro, la politica e addirittura la famiglia per il Varese. La mia giornata incomincia alle sei di mattina quando incomincio a programmare gli impegni in funzione dei colori biancorossi. Posso contare sull’aiuto di tanti volontari: rappresentano l’anima vera della società che è complessa anche se siamo in Eccellenza. Abbiamo rifondato il Varese solo tre mesi fa e c’è tutto ancora da costruire ma insieme ce la faremo.
No e lo stiamo dimostrando con i fatti. Cambiare lo sport è possibile e il nostro modello è unico in Italia. Sto studiando a fondo quello dell’Alto Adige, che punta all’azionariato popolare ma credo che il nostro progetto sia più articolato ed efficace. Abbiamo un’associazione di tifosi, un consorzio una cooperativa e di recente un professore universitario di Roma mi ha contattato perché sa che a Varese stiamo facendo davvero qualcosa di nuovo e voleva conoscere più a fondo il nostro sistema. Per portarlo a compimento però la squadra deve vincere. Solo così potremo tornare in alto per realizzare l’obiettivo principale: far vivere il calcio biancorosso di luce propria, con le sue energie e risorse, evitando gli errori del passato che sono stati fatali.
Abbiamo già circa cinquanta imprese coinvolte. Il gettone d’ingresso è di mille euro e per loro abbiamo creato una nuovissima area ospitalità che sarà inaugurata domenica, prima della partita con il Saronno. Responsabili di questo spazio in cima alla tribuna saranno due ragazzi: Francesca e Daniel. Ma i consorzisti saranno impegnati anche in una nuova iniziativa.
Ma come, non la conoscete? È stata proprio la Provincia di Varese – anche lei consorziata – a proporla. Premieremo il miglior biancorosso della partita che sarà scelto da un consorziato, da un rappresentante dell’associazione dei tifosi e da un nostro dirigente.
Non faccio nomi perché la nostra forza sta nel gruppo. Finora abbiamo visto uno spirito di gruppo eccezionale e il merito è anche di una dirigenza compatta che sa bene dove vuole andare e dove potrà arrivare. Cioè in alto. I nostri ragazzi che non hanno compiuto neppure vent’anni, sono forti perché respirano l’aria di uno spogliatoio unico e sono già in grado di fare la differenza.
Anche il Saronno, come il Varese, è nato nel 1910. Questo ci accomuna ma sapremo dare il massimo per non deludere i nostri tifosi. E poi inaugureremo l’area ospitalità e il concorso del migliore in campo dei nostri. Non possiamo sbagliare.