Vanetti su Twitter: #coppagohome. «Poca trasparenza»

Il giornalista varesino del Corriere lancia la pietra: «A parlare non è il cronista, ma la rabbia del tifoso. Troppe cose dette da lui non si sono avverate»

Su Twitter c’è un hashtag che sta trovando qualche seguito da alcune settimane a questa parte. Non siamo ai livelli di un #MasterchefIt o di un #vacanzedinatale e amenità simili, ma nel piccolo mondo antico (e cestistico) varesino la sua relativa diffusione basta a fare un minimo di tendenza, soprattutto perché afferente a qualcosa che di virtuale non ha nulla. Coppagohome: nessuna traduzione e nessun bisogno di spiegazioni oltre il titolo. A lanciare “l’anatema” nei confronti dell’attuale presidente della Pallacanestro Varese Stefano Coppa è stato Flavio Vanetti, varesino e giornalista sportivo del Corriere della Sera.

Due tweet, il primo dopo la pesante sconfitta prenatalizia contro Venezia, il secondo una volta certificata la poco giustificabile debacle di mercoledì sera contro Larnaca in Fiba Europe Cup. Le risposte si potrebbero anche contare, ma sarebbe esercizio quasi inutile se confrontato al rilevamento di tutto ciò che fa da contorno ai “cinguettii”: le critiche alla gestione attuale della società di Piazza Monte Grappa sono, ormai da mesi, l’argomento del giorno nelle piazze della rete popolate dagli appassionati nostrani.
Non potendo intervistare tutti gli scontenti, sfruttiamo la dimensione pubblica del tifoso Vanetti. Non si fa pregare: «Sono stati tweet scritti di getto e sotto l’arrabbiatura dettata dagli scarsi risultati. Mi sono espresso da tifoso e non certo da giornalista, ma non posso non chiedermi di chi sia la colpa per questa stagione sciagurata. È colpa della “fatina” come in Full Metal Jacket? Oppure della Coca Cola? Oppure ancora dobbiamo risalire il fiume alla ricerca del colonello Kurtz come in Apocalypse Now? Io penso che qui le cose siano chiare».

Le spiegazioni non tardano: «Stiamo vivendo un’annata buttata via perché all’insegna degli errori – continua Vanetti – E’ disarmante constatare la quantità di cose dette da Coppa che non si sono avverate: lo confermano i fatti, la cronaca spicciola. La sua colpa grave è la mancanza di trasparenza: doveva tenere Caja e non lo ha fatto, trovando peraltro un allenatore super che, tuttavia, forse non avrebbe mai immaginato di finire in un caos del genere. Ha preso Arrigoni come terza scelta e non penso che, così facendo, l’abbia messo nelle condizioni migliori per lavorare. Ha nascosto un buco di bilancio a chi deve mettere i soldi, i consorziati, e ha preso parte alle scelte che hanno formato una squadra con davvero tanti limiti. Infine ha fatto pure arrabbiare lo sponsor che lui stesso era riuscito a portare». Di carne sul fuoco, per Vanetti, ce n’è in abbondanza: «Credo che sia giunto il momento per una vera riflessione sul futuro: reiterare questo modello di comando metterebbe i presupposti per un altro fiasco. Coppa ha parlato di ripartenza: i risultati, per ora, non si sono visti. E penso che quest’anno, allenatore e un paio di giocatori a parte, si possa salvare ben poco».
Quale soluzione allora per il domani biancorosso? «Coppa è il comandante, si è preso questo ruolo in maniera importante e ora si deve assumere anche il rovescio della medaglia. Ritengo, però, che sia necessario rivedere tutta la governance societaria». Come? «Manca una figura che sappia come agire in una società di pallacanestro e bisogna cercare di scansare il pericolo che le decisioni collettive portano con sé. Non è sbagliato prevedere all’apice una persona con lo scettro, come del resto è l’attuale presidente: costui, tuttavia, deve avere una marcata competenza specifica e deve essere strettamente controllato dal Consorzio, in modo che possa essere mandato a casa in presenza di risultati assai negativi. E poi ci vuole chiarezza sul budget, fin dall’inizio: i tifosi possono anche accettare l’attuale dimensione della Pallacanestro Varese, ma non devono sentirsi presi in giro con promesse non mantenute».