Il ritorno a casa di Confeggi-gol: «Questo campo mi fa battere il cuore»

Il nostro Filippo Brusa intervista l’ex biancorosso Francisco Confeggi

Manolo Escobar, è stato un famoso cantante spagnolo, ed è l’autore di «El Porompompero». Sulle note di questa canzone, i tifosi del Varese avevano realizzato un coro per un biancorosso caliente, nato in Argentina ma cresciuto in Italia: Francisco Confeggi, protagonista della promozione in C2 conquistata nel 2006, quando lui aveva 20 anni.
Il motivetto che saliva forte e arrivava in tutto lo stadio era semplice: «Confeggi gol». Ieri, dopo nove anni, Francisco è tornato al Franco Ossola, dove ha fatto gol nella porta del Varese, indossando la maglia numero 8 dell’Olimpia Ponte Tresa.

È nato da una punizione di Pantelis, battuta vicino alla bandierina del calcio d’angolo. Ha scodellato in area e io ho colpito di testa, segnando il gol dell’1-3. Poi il mio compagno Bini ha accorciato ulteriormente le distanze.

Li avevo già tagliati a Varese, nel mio secondo e ultimo anno in biancorosso.

No, perché nell’anno dell’Eccellenza ero andato alla Primavera del Messina. Ho vinto un campionato di D nel 2006 e sono rimasto per la C2 della stagione successiva.

Non me lo potrei mai dimenticare. Nel 2004 ero nella Berretti con Beppe Magni ma ruotavo già nel giro della prima squadra con cui mi allenavo. In panchina c’era prima Sannino e, dopo il suo esonero, era arrivato Beruatto.

Ero in panchina nell’ultima partita del Varese Football Club, al Giglio contro la Reggiana, ritorno del playout che aveva fatto retrocedere la squadra in C2. Nell’estate del 2004 si consumò poi il fallimento del club.

Insieme a Devis Mangia, che avevo conosciuto nelle giovanili del Varese. Con lui, come con Magni e Alberto Maroni, avevo un buonissimo rapporto. Quel campionato fu favoloso, lo stravincemmo. Una cavalcata coronata dalla magica giornata di Castelletto Ticino.

Lavoro in Svizzera, in una multinazionale tedesca che fa cartongesso. Giocare a Ponte Tresa è l’ideale, anche perché abito a Dumenza.

Credo sia impossibile…

Uscire dagli spogliatoi per entrare in campo mi ha riempito il cuore di ricordi e di emozioni. In questo stadio ho vissuto senza dubbio le partite più belle e ho anche potuto sfidare grandi campioni, come accadde in occasione di un’amichevole con il Milan.