– Al Sacro Monte era un’istituzione: difficile trovare qualcuno che non si sia imbattuto nel suo volto apparentemente burbero, dietro cui si nascondeva un cuore d’oro. Il borgo piange, conosciuto da molti in città come il parcheggiatore zoppo del Sacro Monte. Classe 1932, Redentore era nato con alcuni difetti fisici: zoppicava ed era strabico. Era il secondo di cinque fratelli a ognuno dei quali, la mamma Caterina aveva deciso di dare dei nomi che rendessero omaggio alla Vergine Maria del Santuario.
La sua vita, proprio a causa di questi handicap, non è stata proprio semplice. Sin da piccolo, i suoi compagni di classe tendevano ad emarginarlo. «Piuttosto di andare a scuola, preferiva andare a vendere la frutta sulle bancarelle del paese – ricorda , suo vecchio compagno di classe alle elementari, in una lettera pubblicata sulla rivista “Il nostro Sacro Monte”dell’associazione Amici del Sacro Monte – Almeno qui la gente lo rispettava. Non sbagliava mai a dare un resto». Redentore si è sempre dato da fare. Tanti varesini che, in passato, trascorrevano le proprie vacanze estive nel monastero delle suore, si ricordano di quel ragazzino che vendeva i ciclamini posizionati all’interno di cestini fatti di bambù. La vita, poi, lo ha portato a diventare lo scrupoloso parcheggiatore del parcheggio sopra il cimitero del Sacro Monte, diventato successivamente comunale.
Così, per anni Redentore ogni giorno raggiungeva la sua casetta in legno, che si trovava ai piedi dell’attuale ascensore, e aiutava i pellegrini a trovare un posto auto. Gli automobilisti, poi, gli lasciavano un’offerta. Si era inventato questo servizio per sbarcare il lunario: una persona umile ed estremamente onesta. Molti varesini lo conoscevano per aver sostato l’auto proprio in quel piazzale per poi fare una passeggiata nel borgo o per andare alle funzioni religiose programmate all’interno del Santuario. Tutti coloro che hanno avuto il piacere di conoscere questo semplice uomo, lo ricordano
con estremo affetto e pensano che Redentore fosse in realtà morto nel momento in cui gli fu tolto il “suo” parcheggio, divenuto successivamente comunale. «Me lo ricordo quando ero bambino – racconta – Al principio, questo ormone grande e zoppo ci intimoriva. Aver appreso la notizia della sua morte mi rattrista e mi emoziona allo stesso tempo: come tutte le persone care incontrate nell’infanzia di un bambino, sorrido perché so che queste persone non moriranno mai, diventano immortali e continueranno a vivere nei nostri ricordi di bambini, ormai adulti».
Redentore si è spento all’età di 84 anni, proprio nel borgo che tanto amava e che non aveva mai pensato di lasciare. Il Sacro Monte era tutto il suo mondo: Redentore aveva dedicato la sua intera vita a quel posto, dove era conosciuto da tutti. Nei mesi scorsi era stato visto prendere la funicolare. Oggi lo storico parcheggiatore del Sacro Monte riposa in pace nel cimitero, posto ai piedi del piazzale al quale lui aveva dedicato gran parte della sua vita, insieme a mamma Caterina.